Qualche consiglio da una persona che se n'è andata e poi è ritornata
Cari genitori i cui figli hanno abbandonato la Chiesa,
me ne sono andata anch’io. Non dimenticherò mai la domenica in cui i miei genitori hanno scoperto che avevo mentito sul fatto di essere andata a Messa al mattino. Per loro è stata una conferma dolorosa di qualcosa che sospettavano da mesi: non praticavo la fede nella quale mi avevano allevata. Nonostante l’educazione in scuole cattoliche, la Messa la domenica, il rosario in famiglia e molto altro volevo lasciare tutto.
All’epoca ero al secondo anno di università e vivevo una relazione che i miei genitori non approvavano. Il dolore che provavano per lo stile di vita che avevo scelto era evidente, soprattutto quando criticavo la Chiesa. Amavo i miei genitori e mi sentivo in colpa per il loro dispiacere, ma stavo soffrendo anch’io.
Avevo l’impressione che indipendentemente da quanto facessi bene le cose o dal successo che raggiungevo i miei genitori mi avrebbero comunque vista come un fallimento se non fossi stata cattolica. Ero convinta che il loro amore per me dipendesse dal fatto che seguissi la fede.
Disperati, hanno provato di tutto. Mi hanno parlato col cuore in mano, mi hanno dato del materiale religioso da leggere, hanno cercato di darmi degli ultimatum e degli incentivi per tornare in chiesa, ma tutto questo non ha fatto altro che allontanarmi da loro e dalla fede e avvicinarmi alle persone che sembravano non avere secondi fini nel loro rapporto con me.
Poi, un giorno, qualcosa è cambiato. Ho iniziato a notare che l’atteggiamento dei miei genitori nei miei confronti non era più lo stesso. Anziché avere l’aria di chiedersi “Dove abbiamo sbagliato con te?”, sembravano autenticamente felici di avermi come figlia.