La scienziata americana, Virginia Apgar, dall'osservazione di migliaia di neonati, ha perfezionato un test di valutazione perinatale che permette di conoscere in tempi rapidi lo stato di salute del bambino e di salvare così migliaia di vite
Ultima decisiva spinta. La madre crolla sul lettino, esausta e felice. Le urla del piccolo riempiono tutti di gioia. E’ probabile che si calmino al suono della voce della mamma o al contatto con la sua pelle. Può essere anche che, se non è svenuto nel frattempo, il papà venga coinvolto nel taglio del cordone ombelicale. Il bimbo è nato e sembra stia bene.
Sembra! Ma come si fa a saperlo con maggiore sicurezza e in fretta? In tempo cioè per intervenire ad aiutarlo? Ora ci sembra scontato, perché è una valutazione che si fa in tutte le sale parto. Uno standard, un protocollo internazionale. Il famoso Indice di Apgar, la prima pagella che si meritano i nostri figli appena usciti alla luce.
Si tratta di un esame per nulla invasivo, semplice e veloce. Eppure prima non c’era. Prima che una donna americana,Virginia Apgar si facesse una semplice domanda. Aveva studiato fino alla laurea con risultati eccellenti pur dovendo attraversare peripezie e crisi, compresa quella devastante del ’29, che colpì duramente anche la sua famiglia; si era inserita con coraggio nell’ambito medico allora appannaggio quasi esclusivo degli uomini, attraverso la porta di servizio della anestesiologia (e senza smettere di studiare e suonare il violino!).
Era la prima metà del Novecento e la mortalità neonatale era ancora elevata, nonostante sempre più donne partorissero in ospedale.
I medici in sala parto si concentravano esclusivamente sulle madri. I bimbi deboli e in difficoltà venivano spesso lasciati morire.
Virginia si chiese: “Perché muoiono? E come mai non ce ne accorgiamo in tempo per fare qualcosa e salvarli?“
Aveva studiato anestiosiologia, specialità allora considerata ancillare rispetto alle altre grandi discipline mediche. Ma proprio da essa trarrà l’ipotesi di lavoro per la valutazione perinatale: durante gli interventi chirurgici esisteva un protocollo consolidato di osservazione per tenere sotto stretta osservazione lo stato del paziente.
Perché non fare lo stesso con i neonati? Ecco allora che la Apgar individua cinque parametri vitali da considerare a ridosso della nascita e a intervalli regolari. Ad ognuno di essi si possono assegnare da zero a due punti.
Per questo se il vostro bimbo prede un bel dieci avete ottimi motivi per stare tranquille. Ma non dobbiamo necessariamente cedere alla preoccupazione se il primo voto è basso. Succedono molte cose in pochi minuti.