Non a caso, quando gli chiedi di raccontarti, a parole, le vignette che ha amato di più, tra quelle che ha disegnato negli anni, allarga un sorriso mite e risponde parlando della Risurrezione: «Amo la vignetta in cui ci sono tre donne con gli occhialini in 3D. Una chiede: “Cosa c’entrano questi occhialini”, e l’altra risponde: “Perché è stato lui a dirci che sarebbe risorto in tre dì”. È una innocente boutade, che vuole provocarci a guardare la Risurrezione come a qualcosa di nuovo, di non ancora visto. Poi ce n’è un’altra, in cui le donne entrano nel sepolcro e invece dell’Angelo trovano un tablet che rivela che Gesù è risorto. Un’altra provocazione, simile, a rompere l’iconografia classica, a pensare come oggi la Risurrezione ci interpella come un fatto inatteso, a pensare al vero messaggio del Risorto e al ruolo decisivo delle donne nell’aver colto l’essenziale del cristianesimo. L’essenziale è amare e, anche, rendersi amabili, ponendosi con un sorriso e aiutando gli altri a volerci bene da cristiani. Ci provo sempre, anche se a volte non ci riesco, come con il signore che ho fatto inviperire perché gli ho strisciato un po’ la portiera dell’auto».
Senza ignorare le fatiche
Anche per don Gioba, comunque, la vita non è quella – come si legge nel suo blog – «dove c’è solo la bella famiglia come quella della pubblicità con i sorrisi di plastica. La famiglia di Gesù è partita abitando in una stalla, tra gli animali, e poi scappando in territorio straniero». Le famiglie reali, quelle che don Gioba incontra da parroco, affrontano come tutte la fatica di vivere. Mentre si rivelano «sempre accoglienti», quello che gli chiedono è soprattutto «un aiuto a migliorare la qualità delle relazioni. Se le relazioni sono forti, se sono intessute di ascolto, poi insieme si riescono ad affrontare anche i problemi più duri. Alle volte, persino, certe situazioni di difficoltà tirano fuori da noi il meglio, perché impariamo ad andare all’essenziale». Se poi, a un certo punto, la vita diventa imprevedibilmente brutale, e le parole mancano, ci potrà ancora essere una vignetta ad aiutarci, almeno un po’, a intravvedere l’essenziale.