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10 citazioni di santi, poeti, scrittori e…film in Amoris Laetitia

WEB BORGES AUGUSTINE LUTHER FROMM © Aleteia

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 14/04/16

Da Borges a Sant'Agostino, a Martin Luther King a Erich Fromm

«Prossimità» è un termine molto amato da Francesco, che ha deciso di farne un fulcro dei propri discorsi e documenti. E dal momento che «i nomi sono conseguenti alle cose», la scelta delle citazioni e dei riferimenti dell’Amoris laetitia appare emblematica (La Stampa, 9 aprile).

Accanto ad Agostino e Ignazio di Loyola si trovano così gli amati scrittori sudamericani (il connazionale Jorge Luis Borges e Octavio Paz) e un film come Il pranzo di Babette.

Segni rivelatori di un «Papa pop»: nel duplice senso della volontà di sintonizzarsi con la cultura di massa contemporanea e dell’attenzione alla «costruzione del consenso» popolare, perché la sua Chiesa non dà nulla per scontato e, in un’epoca di marcata secolarizzazione e di moltiplicazione dell’offerta di credi e misticismi postmoderni, sa di essere «contro-tempo».

Vi proponiamo qui le citazioni letterarie, cinematografiche che si sono distinte in Amoris Laetitia.

1) «Ogni casa è un candelabro»

Jorge Luis Borges, “Calle desconocida”, in Fervor de Buenos Aires, Buenos Aires 2011, 23

Qui Bergoglio cita lo scrittore agnostico argentino Borges, di cui era profondo estimatore, facendo riferimento alle diverse situazioni familiari che si ricreano sotto ogni tetto. «Le due case che Gesù descrive, costruite sulla roccia o sulla sabbia (cfr Mt 7,24-27), rappresentano tante situazioni familiari, create dalla libertà di quanti vi abitano, perché, come scrive il poeta, “ogni casa è un candelabro”».

Tale è l’amore di papa Francesco per questo autore che, quando da giovane sacerdote insegnava Letteratura a Santa Fe presso il Colegio de la Inmaculada Concepción, lo invitò a tenere ai ragazzi del Collegio una lezione di letteratura gauchesca.

2) La cortesia «è una scuola di sensibilità e disinteresse» che esige dalla persona che «coltivi la sua mente e i suoi sensi, che impari ad ascoltare, a parlare e in certi momenti a tacere»

Octavio Paz, La llama doble, Barcelona 1993, 35.

Dopo averlo citato nel discorso ai vescovi riuniti nella cattedrale di Città del Messico, durante il suo viaggio in Sud America, Bergoglio menziona nuovamente Paz, premio Nobel per la letteratura nel 1990 – considerato il più grande poeta di lingua spagnola della seconda metà del Novecento – per alludere al concetto di cortesia che va tenuta tra le persone che si amano.

3) «Le tue mani sono la mia carezza/i miei accordi quotidiani / ti amo perché le tue mani / si adoperano per la giustizia. // Se ti amo è perché sei / il mio amore la mia complice e tutto/ e per la strada fianco a fianco / siamo molto più di due».

Mario Benedetti, `Te quiero”, in Poemas de otros, Buenos Aires 1993, 316.

I versi citati del poeta uruguaiano Mario Benedetti sono un inno alla bellezza ed insieme alla quotidianità di un vero amore, parole che – come ripete spesso Papa Francesco – dovrebbero ripetersi ogni giorno in una coppia.

4) «Quanto maggiore è stato il pericolo nella battaglia, tanto più intensa è la gioia nel trionfo».

Sant’Agostino, Confessioni, VIII, 3, 7: PL 32, 752

5) Nel Battesimo, come diceva sant’Agostino, le madri che portano i propri figli «cooperano al parto santo».

Sant’Agostino, De sancta virginitate, 7, 7: PL 40, 400.

Il papa cita Sant’Agostino in due frangenti differenti. Il primo per indicare che le sofferenze vissute insieme rafforzano un legame familiare; il secondo per trasferire l’immagine di un legame profondo tra la mamma e il proprio piccolo al momento del battesimo.

6) «L’amore si deve porre più nelle opere che nelle parole».

Sant’Ignazio di Loyola, Esercizi spirituali, Contemplazione per raggiungere l’amore, 230.

7) «Non il molto sapere sazia e soddisfa l’anima, ma il sentire e il gustare interiormente le cose».

Sant’Ignazio di Loyola, Esercizi Spirituali, annotazione 2.

Sant’Ignazio, fondatore dei Gesuiti, è una “guida” per papa Francesco che prende spunto dagli Esercizi Spirituali per rilanciare due pensieri legati alla profondità dell’amore.

8)«La persona che ti odia di più, ha qualcosa di buono dentro di sé; e anche la nazione che più odia, ha qualcosa di buono in sé; anche la razza che più odia, ha qualcosa di buono in sé. E quando arrivi al punto di guardare il volto di ciascun essere umano e vedi molto dentro di lui quello che la religione chiama “immagine di Dio”, cominci ad amarlo nonostante tutto. Non importa quello che fa, tu vedi lì l’immagine di Dio. C’è un elemento di bontà di cui non ti potrai mai sbarazzare. […]».

Martin Luther King, Sermone tenuto nella chiesa Battista di Dexter Avenue, Montgomery, Alabama, 17 novembre 1957.

Bergoglio ricorda le parole di Martin Luther King, quando ribadiva la scelta dell’amore fraterno anche in mezzo alle peggiori persecuzioni e umiliazioni.

9) «Non bisogna ingannare i giovani portandoli a confondere i piani: l’attrazione «crea, sul momento, un’illusione di unione, eppure senza amore questa “unione” lascia due esseri estranei e divisi come prima»

Erich Fromm, The Art of Loving, New York 1956, p. 54

Fromm, tra i maggiori psicoanalisti e sociologi tedesco del novecento, è menzionato in riferimento allo sbocciare di un vero amore che si distingue da una normale attrazione.

10) Non solo citazioni letterarie. Ne spicca anche una cinematografica. E cioè la felice scena del film Il pranzo di Babette, dove la generosa cuoca riceve un abbraccio riconoscente e un elogio: «Come delizierai gli angeli!».

È dolce e consolante la gioia che deriva dal procurare diletto agli altri, di vederli godere, sottolinea Bergoglio.

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