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Ma chi sono gli Anglicani?

Why Anglicans Made Women Bishops BEN STANSALL AFP – it

BEN STANSALL /AFP

Lucandrea Massaro - pubblicato il 02/12/14

Il 2 dicembre 1960 Papa Giovanni XXIII incontrava il loro primate dopo circa 4 secoli...

Il 2 dicembre del 1960, Papa Giovanni XXIII incontrò Geoffrey Francis Fisher, arcivescovo di Canterbury. È il primo incontro fra un papa e il primate della comunione anglicana dal 1559. Ma cosa sono gli “anglicani” e cosa li separa realmente dalla comunione con Roma?

Le origini storiche: un divorzio. Letteralmente.

Il distacco della Chiesa anglicana dalla comunione con Roma avvenne quando Enrico VIII, dopo aver fatto pronunciare dall’arcivescovo Cranmer l’annullamento del matrimonio con Caterina d’Aragona, fece approvare dal Parlamento (nel 1533) una serie di provvedimenti che – rompendo le relazioni tra Inghilterra e Santa Sede – sottomettevano interamente il clero alla Corona. Se sotto di lui non ci furono particolari innovazioni dottrinali, rimanendo nei fatti cattolico-apostolico (e quindi definendosi come chiesa scismatica), fu sotto i suoi successori che le spinte protestantizzanti trasformarono rapidamente la Chiesa d’Inghilterra, in una confessione completamente nuova (Treccani.it).

Da cattolica a “catto-protestante”

Nonostante le innovazioni imposte da Cranmer, la Chiesa “anglicana” conserva numerose caratteristiche di tipo cattolico. Solo dopo la morte di Enrico VIII (1547) Cranmer – che perirà nel corso dell’effimera reazione cattolica di Maria Tudor (1516-1558) – farà approvare una nuova liturgia in lingua inglese (Prayer Book) nel 1549, più “protestante” in una seconda edizione del 1552. Sotto il regno di Elisabetta I (1533-1603, regina dal 1558) il Prayer Book è rivisto (1559) in senso meno anticattolico, ma i Quarantadue articoli di fede, che risalivano al 1553, diventano nel 1571 i Trentanove articoli, di orientamento più protestante, sebbene moderato. Fin dall’epoca di Elisabetta I la religione anglicana – che, come si è accennato, alcuni considerano un tertium genus fra cattolicesimo e protestantesimo – si presenta come compromesso fra elementi di provenienza cattolica (temperati da una avversione per Roma e per il Papato) e di provenienza protestante. A poco a poco le due tendenze si organizzano in correnti o partiti, detti “Chiesa alta” (più conservatrice e “cattolica”) e “Chiesa bassa” (più filo-protestante).

Tra il Settecento e l’Ottocento nell’ambito dei due partiti sorgono dapprima un movimento evangelical, legato ai diversi risvegli che caratterizzano le comunità del primo protestantesimo in tutto il mondo, e in seguito un movimento “trattariano” (da una serie di opuscoli detti Tracts for the time pubblicati a partire dal 1833), o “movimento di Oxford”, più decisamente filo-cattolico. Tra i dirigenti del “movimento di Oxford”, John Henry Newman (1801-1890), passa nel 1845 alla Chiesa cattolica (dove diventerà cardinale), mentre Edward Bouverie Pusey (1800-1882) organizza una influente corrente “anglo-cattolica” all’interno della Chiesa anglicana. Oggi le distinzioni fra “Chiesa alta” e “Chiesa bassa” sono meno rilevanti, e la Chiesa si è piuttosto divisa su questioni come l’ordinazione sacerdotale delle donne e il ruolo delle persone omosessuali e la possibilità di sposarsi (CESNUR).

La Chiesa anglicana oggi

La Comunione anglicana è la federazione delle Chiese che derivano dall’anglicanesimo in quei paesi dove l’ex Impero Britannico ha fondato chiese: Oltre ovviamente alla chiesa “madre” di Inghilterra e Galles, si aggiungono quelle di Irlanda, Africa centrale, America Centrale, America Meridionale, Australia, Bangladesh, Burundi, Canada, Corea, Giappone, Hong Kong, Kenya, India, Indie Occidentali, Isole Falkland, Melanesia, Messico, Myanmar, Nigeria, Nuova Zelanda e Polinesia, Pakistan, Papua-Nuova Guinea, Province dell’Africa meridionale, Province dell’Africa occidentale, Province dell’Asia sud-orientale, Province dell’Oceano Indiano, Sri Lanka, Tanzania, Uganda; Chiese episcopali di Scozia, Brasile, Cuba, Filippine, Gerusalemme e Medio Oriente, Ruanda, Sudan; Chiesa evangelica lusitana; Chiesa protestante episcopale americana (nella quale si organizzarono le parrocchie anglicane, dopo l’indipendenza degli Stati Uniti); infine Chiesa riformata episcopale di Spagna.

Si tratta nei fatti di un «consorzio (fellowship in inglese), entro l’Una Santa Chiesa cattolica e apostolica, di quelle diocesi, province e chiese regionali debitamente costituite, che mantengono e propagano la fede e la disciplina cattolica e apostolica, quali sono generalmente esposte nel Book of Common Prayer, così come è autorizzato in ciascuna». Il consiglio comune dei vescovi si riunisce nella conferenza decennale di Lambeth, presieduta dall’arcivescovo di Canterbury, cui si riconosce essenzialmente un primato d’onore (Treccani.it).

L’ecumenismo e il rapporto con la Chiesa di Roma

A partire dagli anni 1960 le tendenze ecumeniche si sono rafforzate in seno alla Comunione anglicana. Il dialogo è particolarmente vivo con la Chiesa cattolica. Di portata storica sono state le visite degli arcivescovi di Canterbury a Giovanni XXIII (G.F. Fisher, 1960), a Paolo VI (M. Ramsey, 1966; D. Coggan, 1977), Giovanni Paolo II (R. Runcie, 1989; G.L. Carey, 1992, 1996), a Benedetto XVI (R. Williams, 2006), e a sua volta quella di Giovanni Paolo II a Canterbury (1982). Dal 2012 il primate anglicano è Justin Welby che ha incontrato già due volte Papa Francesco.

Un problema molto grande per il dialogo ecumenico è posto dall’ordinazione sacerdotale delle donne, prassi che non è accettata né dalla Chiesa cattolica né da quelle ortodosse ma approvata dal Sinodo generale della Chiesa d’Inghilterra (1994). Questa situazione si è ulteriormente complicata con la recente decisione di ordinare le donne anche vescovo (2014). Questo nonostante alcuni passi avanti come il riconoscimento del ruolo di Maria nella storia della Salvezza da parte anglicana (2005) e la dichiarazione cattolico-luterana sulla “giustificazione per fede” (1999).

La questione dell’ordinazione è centrale nei rapporti tra Roma e anglicani fuoriusciti sin dal ‘600 ed ebbe una soluzione netta con Leone XIII che proclamò nulle le ordinazioni anglicane per la diversa interpretazione del sacrificio della messa e del ruolo dei vescovi tra le due Chiese, con la bolla Apostolicae Curae del settembre del 1896. Con la decisione di ammettere le donne ad ogni grado di sacerdozio, un nuovo ostacolo si posto tra le due comunità ecclesiali, ma ha anche aperto ad una vero e proprio esodo da Londra, verso Roma.

Recenti sviluppi: gli Ordinariati anglocattolici

Il 4 novembre 2009, Benedetto XVI ha promulgato la costituzione apostolica Anglicanorum Coetibusper accogliere quei gruppi di cristiani di tradizione anglicana che volevano entrare in piena comunione con la Chiesa cattolica mantenendo elementi del patrimonio culturale e liturgico anglicano proprio a causa delle trasformazioni dottrinarie in atto all’interno della comunione anglicana. È stata l’origine dei tre ordinariati anglo-cattolici attuali, nei quali in questi cinque anni sono entrati oltre 3.000 ex anglicani, in quasi 90 comunità in Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada e Australia (Aleteia, 18 novembre).

Una Chiesa in balia dell’opinione?

Cos’è cambiato, quindi, con posizioni così profondamente radicate ma opposte? Il fatto che non si ritenesse possibile lasciare la questione ai lenti processi usuali e che venisse considerata anche particolarmente urgente dal nuovo arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, fin dall’epoca della sua instaurazione riflette alcuni fattori unici della posizione della Chiesa d’Inghilterra nella vita della Nazione inglese, che hanno a che vedere con i modi complicati in cui questa Chiesa si riferisce alla società e alla cultura più ampie, che è il motivo per cui le aspettative della società fuori dalla sua porta sembrano aver pesato tanto alla fine.

Nel corso della storia, la maggior parte delle Chiese ha teso ad essere cauta nelle modifiche, e la Chiesa d’Inghilterra non ha fatto eccezioni in questioni strutturali, per quanto ampia potesse essere la diffusione di opinioni che spesso ha permesso nelle sue istituzioni. Le questioni in gioco in questo caso, però, erano ritenute relative al rapporto tra la Chiesa e la società più ampia, e per la Chiesa d’Inghilterra come Chiesa che gode della posizione particolare che ha all’interno dello Stato è un settore di sensibilità particolare e crescente (Aleteia, 19 luglio).

Si può dire che la Chiesa d’Inghilterra si è piegata alle aspettative dei cittadini inglesi. Invece che proclamare la Verità, ha deciso di uniformarsi alle opinioni.

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