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Niente più pergamene con le benedizioni papali nei negozi

Apóstoles en el Vaticano – it

© Vicente Villamón

Roberta Sciamplicotti - Aleteia - pubblicato il 08/09/14

Le gestirà solo il Vaticano, e il ricavato andrà ai poveri

Le pergamene con le benedizioni papali non si troveranno più nei negozi intorno al Vaticano. Fonte di grandi guadagni – pagate da dieci a cinquanta euro se non di più, portavano alle casse dell’Elemosineria apostolica, l’istituzione storica che si dedica a elargire la carità del Papa, appena tre euro a pergamena per la firma e il timbro –, d’ora in poi saranno gestite solo dal Vaticano, e tutto il ricavato andrà ai poveri.

Papa Francesco “ha deciso di dire basta, portando ora a compimento un processo iniziato già quattro anni fa, con Benedetto XVI” (Vatican Insider, 7 settembre).

Il 12 aprile scorso, il vescovo Konrad Krajewski, elemosiniere pontificio, ha inviato una lettera ai titolari delle convenzioni informandoli che tutto finirà inderogabilmente il prossimo 31 dicembre.

Da gennaio 2015 non sarà dunque più possibile ordinare presso uno dei negozi esterni al Vaticano la pergamena con la benedizione, da regalare a una coppia di sposi novelli o per un anniversario. Chiunque vorrà la benedizione dovrà rivolgersi direttamente all’Elemosineria, come peraltro è sempre stato possibile fare, anche via fax o via web (www.elemosineria.va). Il prezzo della pergamena varia dai 7 euro per quella più semplice e più piccola ai 25 euro per quelle di dimensioni maggiori.

Tutto il denaro sarà donato ai poveri. Negli ultimi due mesi l’Elemosineria apostolica, grazie al ricavato delle pergamene, ha potuto donare 200.000 euro a persone in difficoltà nel pagare le bollette o l’affitto.

I negozianti ovviamente resistono, visto che vendono direttamente tra le 15.000 e le 20.000 pergamene al mese. “Il costo della carta varia dai 2 ai 4 euro, con il lavoro di stampa e le iniziali a mano si arriva a 6-8 euro. A questo si aggiunge il costo di 3 euro del timbro e della firma vaticana (gli unici soldi poi effettivamente devoluti per i poveri), e si arriva così a 9-10 euro. Tutto il resto è guadagno per il venditore”. Malgrado una lettera inviata dai negozianti al papa, questi e monsignor Krajewski sono decisi ad andare avanti.

Più di un secolo fa, Leone XIII ha dato all’elemosiniere “la facoltà di concedere la Benedizione apostolica a mezzo di diplomi, affinché l’Ufficio preposto alla carità avesse le risorse necessarie per praticarla”, ricorda la lettera inviata dall’Elemosineria ai titolari delle concessioni. È stato soprattutto in occasione dell’Anno Santo del 1950 che il Vaticano ha cominciato ad avvalersi anche della collaborazione di altre persone o istituzioni, come negozi e librerie, “per rendere accessibile ad un numero sempre più crescente di pellegrini che giungevano a Roma” la possibilità di ottenere la benedizione. Ma sessant’anni fa non c’era Internet, e il piccolo ufficio vaticano aveva difficoltà a ricevere fisicamente la mole di richieste. Ora con pochi clic si può ordinare da ogni parte del globo la pergamena, ricevendola per posta.

Dallo scorso settembre, inoltre, il papa ha esteso la facoltà di concedere la benedizione papale su pergamena anche ai nunzi apostolici nei vari Paesi del mondo. “Insomma, non c’è più bisogno di intermediari. C’è invece bisogno che tutto il ricavato venga distribuito ai poveri”.

Gli unici “esterni” che continueranno a lavorare per l’Elemosineria, fanno sapere in Vaticano, saranno i monasteri di clausura, dove vengono preparate le pergamene più pregiate scritte interamente a mano.

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