Nel 1995 scoprii il “fronte di liberazione pedofili”, uno dei movimenti con diramazioni internazionali. Il problema è della ideologizzazione della pedofilia: è un fenomeno che affonda negli anni ’70 con alcuni intellettuali che tentano di distinguere gli atti sessuali dalla violenza verso i bambini. Come se fossero separabili.
Il monitoraggio dei movimenti della cosiddetta “pedofilia buona” è costante, noi li denunciamo e li segnaliamo alle autorità. Oggi la promozione della pedofilia è reato. Purtroppo il movimento pro-pedofilia è molto vasto e presente ovunque in Brasile, Bolivia, Israele e nel mondo arabo che promuove la pedofilia come benessere per i bambini. E per questo che all’ONU c’è difficoltà a far passare l’idea della pedofilia come “crimine contro l’umanità”. Anche le attuali correnti culturali del gender che vogliono nascondersi dietro “l’orientamento sessuale” rendono più complicate le cose: le parole fanno passare strani messaggi di giustificazione, e già ora la pedofilia è derubricata a questo. Un orientamento sessuale come altri.
Come si fa a non impazzire ad osservare tutti i giorni le immagini o a leggere le chat e i forum del mondo pedofilo?
Io ringrazio il Signore che sono anche sacerdote. Io traggo la forza dal Crocifisso, solo la fede e una maturità interiore ci aiuta a conservare l’equilibrio. Noi dobbiamo guardare il dolore e non voltarci indietro, dobbiamo dare risposte a questi piccoli sofferenti. Sono più di vent’anni che giornalmente aiutiamo nel nostro piccolo le vittime perché riconosciamo in loro il Cristo crocefisso.
Vi aiutano anche psicologi?
Abbiamo dei professionisti che ci aiutano, ma fortunatamente noi non entriamo in contatto con i pedofili, quello spetta alla Polizia Postale, fortunatamente la condivisione e il confronto aiuta a sopportare quello che a volte siamo costretti a vedere. L’indagine poi però spetta alle forze dell’ordine, italiane e internazionali con cui collaboriamo.
Lo sforzo di Meter continua nella difesa dei veramente piccolissimi, che spesso finiscono nelle mire di persone orrende, per le quali sono solo oggetti sessuali, anche in casi di infanti con meno di due anni, che finiscono nei cataloghi di immagini di questi portali, per lo più localizzati nel cosiddetto "deep web".