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Quattro papi per il presente e il futuro della Chiesa

Giovanni XXIII – John Paul II – Benedict XVI – Francis

© Public Domain

Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 24/04/14

Rosica: "occorre approfondire l'insegnamento dei papi santi: non c'è solo lo 'spirito' del Concilio, ma anche i contenuti"

Sveglia presto in Nord America il 27 aprile per seguire la diretta della canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II che sarà trasmessa dai più grandi network di Stati Uniti e Canada: se a Toronto la differenza di fuso orario con piazza S. Pietro accenderà i teleschermi alle 4 del mattino, a Vancouver e S. Francisco, accomunate dall’orario del Pacifico, la diretta inizierà all’una di notte. L’entusiasmo per i due pontefici santi, tuttavia, fare superare ai loro "fans" ogni difficoltà, come spiega ad Aleteia p. Thomas Rosica, direttore della tv cattolica di Toronto "Salt and light", in questi giorni a Roma per collaborare con il portavoce della sala stampa della S. Sede, p. Federico Lombardi, nei briefing con i giornalisti in preparazione al grande evento di domenica prossima.

Quale immagine di Giovanni XXIII rimane nel cuore dei nord-americani?

Rosica: "The good Pope, il Papa buono" è il collegamento più immediato con la figura di Giovanni XXIII. Per molti sacerdoti e religiosi Roncalli è sinonimo di Concilio Vaticano II e di anni – gli anni ’60 – di grande speranza per la Chiesa e la società negli Stati Uniti e nel Canada. Infatti spesso Roncalli è associato anche alla figura del presidente Kennedy. Nè si può dimenticare il ruolo di mediazione di Roncalli nella crisi dei missili a Cuba, un evento che davvero segnò pericolosamente il rischio di un conflitto di cui non si potevano calcolare le conseguenze. "The good Pope" è ricordato anche come uomo della pace.

E di Giovanni Paolo II?

Rosica: Wojtyla è il Papa che hanno conosciuto tutti: un pontificato che è durato 26 anni ha lasciato anche un segno della presenza attraverso le visite nelle città degli Stati Uniti – Chicago, New York, San Francisco – e con la Gmg di Toronto. Wojtyla è il grande pastore sorridente, il padre e l’uomo delle mille immagini. Se il ricordo di Roncalli, inoltre, è in termini più affettivi e non è legato, ad esempio, all’enciclica Pacem in terris, quello di Giovanni Paolo II si lega facilmente alla Redemptor hominis e delle altre encicliche.

Quale effetto segnerà l’evento della canonizzazione dei due papi?

Rosica: Io spero che ogni scuola e parrocchia intitolata a Wojtyla e Roncalli colga questa occasione per approfondire il senso delle cose che hanno fatto e dei temi che hanno trattato nei loro scritti. Si parla spesso di "spirito" del Concilio ma è giunto il momento di approfondirne i contenuti in maniera sistematica. E’ quello che stiamo facendo a "Salt and light" proponendo una lettura dei due papi – soprattutto di Giovanni XXIII che è il più lontano nel tempo – attraverso i loro insegnamenti e il Concilio. Per me Roncalli è un santo che invita a sognare in grande e non essere prigionieri degli schemi: non credo che per il Concilio avesse un businessplan, anzi all’inizio non aveva idea che sarebbe durato per degli anni, ma ha avuto l’audacia di capire che nella Chiesa era necessario un cambiamento e un aggiornamento. Questa audacia profetica è il contrario del nostro risk management che ci tiene ancorati a stime e risultati. Per questo è necessario approfondire storicamente le due figure, cosa non facile per la nostra cultura nella quale "storia" è tre giorni fa, figuriamoci cinquanta anni…

Sarà un evento storico anche la presenza contemporanea di due papi alla celebrazione: come hanno vissuto i cattolici di Stati Uniti e Canada le dimissioni di Benedetto XVI?

Rosica: Molto bene. La maggior parte delle persone considera le dimissioni di Benedetto XVI un gesto di grande coraggio attraverso il quale lo hanno riscoperto. La sua figura, infatti, era un pò appannata dai pesi che portava non per colpa sua – l’ho definito in una presentazione "il pontefice peggio capito al mondo" – ma adesso si riscopre tutta la grandezza del suo insegnamento e della sua teologia. I quattro papi che saranno "insieme" a piazza S. Pietro non rappresentano solo un evento incredibile, ma anche le figure che più hanno influito sulle vite di chi parteciperà o assisterà alla celebrazione.

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