Circa questo che ha appena descritto, è un po' sorprendente sapere che dal 1774 la Chiesa cattolica ha un osservatorio astronomico, attivo fin ad oggi. Ha la sua sede principale nel territorio vaticano di Castel Gandolfo, accanto alla residenza papale, e ha anche un osservatorio con tecnologie di ultima generazione in accordo con l'Università dell'Arizona sul monte Graham. Che senso ha che la Chiesa abbia un osservatorio proprio?
C'è una ragione semplice e una più profonda. Quella semplice è per mostrare al mondo che la Chiesa promuove la scienza. Letteralmente con il suo denaro, letteralmente con i suoi edifici, sui quali ha installato dei telescopi. La residenza estiva papale di Castel Gandolfo ha dei telescopi sul tetto. La chiesa di Sant'Ignazio a Roma ha avuto dei telescopi su di essa. La Chiesa promuove la scienza e la sostiene.
In questo senso, la Chiesa non solo non ha paura della scienza, ma la incoraggia, sempre che sia rivolta alla verità e non ne abusi per giustificare cose che in fondo sappiamo che sono sbagliate.
La seconda ragione, quella più profonda, è che l'universo fisico è una via attraverso la quale Dio comunica con noi. “Dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute” (Rom 1,20). È una citazione dalla Lettera di San Paolo ai Romani. Potremmo dire che Dio rivela se stesso attraverso le cose che ha creato.
Noi siamo quindi chiamati a studiare le cose che ha creato per poter conoscere meglio Dio. Personalmente, quando constato l'universo fisico e il modo in cui funziona, sperimento una grande gioia, simile a quella che sperimento nella preghiera. È la presenza di Dio.
[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]