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Ogni 11 minuti un cristiano muore per la sua fede

Ogni 11 minuti un cristiano muore per fede

© Mohammed ABED / AFP

Roberta Sciamplicotti - Aleteia Team - pubblicato il 09/12/13

La persecuzione dei cristiani, “la più grande notizia mai raccontata”

“La più grande notizia nel mondo che non è mai stata raccontata”. Così il parlamentare britannico Jim Shannon ha definito la persecuzione dei cristiani, arrivata al punto che ogni 11 minuti un cristiano viene ucciso per la sua fede.

I dati sono stati presentati il 4 dicembre alla Camera dei comuni inglese in una seduta dedicata proprio alla persecuzione dei cristiani nel mondo. Nessun'altra religione è colpita come quella cristiana.

Secondo Shannon, nel 2013 sono stati 200 milioni i cristiani perseguitati per la loro fede, mentre 500 milioni vivono in “condizione di pericolo”. Preoccupa soprattutto la situazione in Siria, dove i cristiani “si trovano tra i due fuochi nel conflitto” e vengono colpiti appositamente (Tempi, 5 dicembre).

Per il parlamentare Sammy Wilson, “nell’ultimo mese centinaia di persone – dalla Nigeria all’Eritrea alla Cina – sono state incarcerate per la loro fede e una volta in prigione gli viene negato sia un processo sia l’accesso agli avvocati. (…) Possono anche marcire in carcere per lungo tempo in condizioni orribili. E questo non avviene solo nei Paesi musulmani, ma dovunque”.

In Iraq, si è detto durante la sessione, “i cristiani hanno paura persino di andare in chiesa, perché potrebbero essere attaccati. Ogni chiesa è un obiettivo. C’erano 1,5 milioni di cristiani in Iraq e ora probabilmente ne sono rimasti 200 mila. Ci sono più cristiani iracheni a Chicago che in tutto l’Iraq”.

Il parlamentare Rehman Chishti, “cresciuto in ambiente musulmano e figlio di un imam”, ha aggiunto che “è assolutamente giusto fare un dibattito su questo problema”, perché la persecuzione è “inaccettabile”. La persecuzione dei cristiani, ha ricordato citando il suo “buon amico” monsignor Michael Nazir-Ali, ex vescovo anglicano di Rochester, “avviene in 130 Paesi del mondo su 190».

Le vessazioni contro chi crede in Cristo non riguardano solo i Paesi considerati “lontani” dal proprio ambiente. Anche nelle società occidentali, e soprattutto in Europa, è sempre più frequente vedere chiese e cimiteri profanati, attiviste come le Femen attaccare i simboli religiosi e i media perdere raramente l'occasione per sminuire la Chiesa cattolica e i cristiani in generale.

Per Grégor Puppinck, direttore del Centro Europeo per il Diritto e la Giustizia di Strasburgo (Francia), “l'ingiustizia individuale che subiscono alcuni cristiani è il risultato di un'ingiustizia più grande che si riferisce alla definizione stessa dell'uomo” (First Things, 5 dicembre).

“Il dovere dei cristiani non è vivere senza problemi, ma testimoniare per tutti. Oggi la battaglia si riferisce alla determinazione della fonte della moralità, che il mondo cerca di eliminare dalla coscienza e dalla Chiesa”.

“Per far sì che la moralità non sia espulsa dalla sfera pubblica e resa vulnerabile a tutte le ingiustizie – ha dichiarato -, la posizione morale del servizio cristiano dev'essere più che mai quella di testimoniare. Chiedere di essere tollerati è rinunciare ad essere compresi, e quindi rinunciare a testimoniare 'la Via, la Verità e la Vita'”.

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