Altro punto contestabile è quello dell’imparzialità del ‘Consiglio costituzionale’, richiesta dall’articolo 6 della Convenzione europea. Da una parte diversi membri del ‘Consiglio costituzionale’ hanno già da tempo espresso la loro adesione al ‘matrimonio gay’; d’altra parte il plenum del ‘Consiglio costituzionale’ ha già approvato la legge Hollande-Taubira prima della sua promulgazione. Il fatto che gli stessi giudici decidano più volte sullo stesso oggetto, osserva Puppinck, dovrebbe “essere sufficiente per la Corte di Strasburgo a dubitare dell’imparzialità oggettiva” del ‘Consiglio costituzionale’.
In conclusione un ricorso dei sindaci obiettori alla Corte europea avrebbe di certo diverse possibilità di essere accolto. Tuttavia la Corte è soggetta a influenze politiche di rilievo, più forti se il primo giudizio viene dato da una sezione composta di giudici particolarmente ideologicizzati.
SONDAGGIO IFOP DI FINE SETTEMBRE: IL 54% DEI FRANCESI PER IL RICONOSCIMENTO DELL’OBIEZIONE DI COSCIENZA DA PARTE DEI SINDACI
Secondo un sondaggio condotto dall’Institut français d’opinion publique (Ifop) alla fine di settembre, il 54% dei francesi era schierato per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza dei sindaci alla legge Hollande-Taubira. Il ‘sì’ al riconoscimento dell’obiezione era maggioritario in particolare tra gli elettori del centro-destra (75%) e del Fronte nazionale (62%), tra i maschi (56%, contro il 53% delle femmine), in tutte le classi d’età salvo che tra i 25 e i 34 anni (anche tra i 18 e 24 anni il 51% si dichiara d’accordo con l’obiezione), in tutte le professioni (salvo che tra artigiani o commercianti), nei comuni rurali, urbani di provincia e anche nell’agglomerazione parigina (55%).
Pure tra gli elettori di sinistra il ‘sì’ al riconoscimento dell’obiezione raccoglieva comunque il 38% dei consensi (44% tra i verdi). Del resto chi aveva dichiarato il 20 novembre 2012, davanti a migliaia di sindaci francesi in congresso, che- a proposito della legge sui ‘matrimoni gay’ e relative celebrazioni – “le possibilità di delegare esistono, esse possono anche essere ampliate (…) La legge si applica per tutti, tuttavia nel rispetto della libertà di coscienza”? Nientepopodimeno che il presidente della Repubblica François Hollande. Il quale, ricevendo il giorno dopo una rappresentanza di promotori dei diritti lgbt, aveva però fatto un fulmineo dietro-front, promettendo agli interlocutori che nella legge non si sarebbe parlato di libertà di coscienza.
In ogni caso il ‘no’ della ‘corte costituzionale’ francese all’obiezione di coscienza in riferimento alla celebrazione civile di ‘matrimoni gay’ è un altro passo – psicologicamente di importanz
a non minima – verso l’instaurazione in tutta Europa della dittatura del ‘pensiero unico’ in materia di diritto di famiglia. Dopo Parigi, toccherà a Roma?