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Saper dire di no è avere il coraggio di riconoscere i propri limiti

WOMAN, HAND, NO

Discha-AS | Shutterstock

Edifa - pubblicato il 25/11/20

Essere una buona madre, moglie, impiegata, amica... Siete molto impegnata su tutti i fronti? Attenzione allo sfinimento e al burn-out! Imparate a riconoscere i vostri limiti e a dire di no agli altri ma anche a voi stesse!

di Marie-Noël Florant 

Soprattutto per le donne, è una vera sfida condurre allo stesso tempo la vita familiare, professionale e coniugale. Questa situazione non è del tutto nuova perché le donne lavorano da sempre, ma il contesto nel passato era in qualche modo diverso. Oggi, il loro accesso alla vita lavorativa che hanno scelto è stato molto facilitato dalla possibilità di studiare a pari modo degli uomini, e questa è una cosa positiva. Quasi allo stesso tempo, in un ideale vita di successo è stato dato un posto di rilievo alla vita matrimoniale. Ma se guardiamo da vicino come funzionano alcune di queste coppie, avide di successo in tutti i campi, cosa osserviamo?

Lea, sposata da tredici anni con Marco, occupa una posizione di responsabilità all’interno di una grande azienda. Hanno quattro figli dai 2 ai 12 anni, e lei è sull’orlo del burn-out: “Sono sempre fisicamente stanca e con una reattività emozionale che non riesco più a controllare. Mi sembra di fare tutto a metà. Sento che il mio capo vorrebbe che io fossi più disponibile, che mio marito si vede come se fosse sposato con l’aria e che i miei figli non sempre trovano la mamma pronta ad ascoltarli. Non mi sento all’altezza di tutte queste aspettative”. Infatti, essere disponibile con tutti, totalmente e continuamente, in una perenne preoccupazione di perfezione, è un esercizio di equilibrio. Come possono queste madri affrontare lo stress quotidiano che ne consegue? Come possono essere in grado di svolgere tutte queste missioni che portano con sé un alto livello di responsabilità?




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Osare prendersi un po’ di tempo per distendersi

Saper dire di no è senza dubbio la prima decisione da prendere. Questo richiederà l’abbandono delle proprie tendenze perfezioniste ed il coraggio di riconoscere i propri limiti: “No, non sono una superdonna!”

Si tratterà anche di attuare, ove possibile, la condivisione dei compiti in tutti i settori di attività. Con il coniuge ed i nonni per la vita familiare (famiglia felice quella che vive vicino alla casa della nonna!), e con i colleghi per la vita professionale.

Infine, prendersi un po’ di tempo per rilassarsi: camminare, leggere, ascoltare la musica che ci piace… Questo lasciare andare, in questa corsa che a volte incalza, aiuterà a rimettere ogni cosa al suo posto, e la vita coniugale sarà di fatto migliorata, per il benessere di tutti. “C’è un tempo per tutto, un tempo per tutto ciò che è sotto il Cielo” (Qo 1).

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