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Vivete la vostra maternità come un direttore d’orchestra

Woman ; Bandmaster ; Music ; Orchestra

Geartooth Productions I Shutterstock

Edifa - pubblicato il 02/08/20

Anche quando hanno un’organizzazione impeccabile, le mamme possono sentirsi facilmente esaurite e fare esperienza della sindrome da burnout. Ecco dei consigli per evitare di essere sopraffatte dal ritmo frenetico della vita quotidiana.

Inès de Franclieu

È molto comune per una madre sentirsi sovraccarica e avere l’impressione di non riuscire più a gestire nulla, nonostante una buona organizzazione generale! Notiamo che aldilà dell’organizzazione, il deterioramento delle nostre relazioni con i figli e tra i figli, rende fragile un equilibrio già precario. Abbiamo allora il sentimento di soffocare in mezzo a questo ritmo frenetico. Cosa possiamo fare per fermare questo circolo vizioso?

“Quando sono debole, è allora che sono forte”

È indubbiamente utopistico immaginare che le cose da fare diminuiranno. Ciò che affligge le nostre giornate sono queste relazioni pesanti in cui nessuno si aiuta reciprocamente, ciascuno vive la propria vita in un comodo egoismo. Quando siamo mamme di una famiglia numerosa e dobbiamo crescere i nostri figli tutti insieme, coltiviamo inconsapevolmente un senso di colpa, influenzate da questa società in cui l’individuo è re.

E se guardassimo le cose in modo diverso, vedendo sul nostro numero di figli un punto di forza su cui costruire? Come ci dice San Paolo: “Quando sono debole, è allora che sono forte” (2 Cor 12,10). Liberiamoci da questa immagine della madre perfetta e diventiamo “come” un semplice direttore d’orchestra che cerca l’armonia tra i vari strumenti. Permette ai musicisti di suonare insieme e dà loro la possibilità di dare il meglio di sé stessi. Suonare il violino perfettamente, da soli nella propria stanza, è una performance, ma suonare in un concerto è un viaggio dai mille colori… Poco importa se il violoncello suona senza emettere una nota stonata se non può mettersi al ritmo degli altri.

Trovare il ritmo giusto

Appoggiamoci sui nostri figli così come sono, e favoriamo le loro relazioni riconoscendo i loro rispettivi punti di forza e di debolezza, che possono essere messi al servizio di tutti. In questo modo, chi è dotato in matematica darà una mano agli altri, chi conosce il solfeggio lo insegnerà ai fratelli, e così via. Inoltre è importante che alla fine di ogni servizio reso, coloro che ne hanno beneficiato (e anche la mamma che ne è stata sollevata), esprimano la loro profonda gratitudine.

Uno dei nostri bambini è stato ricoverato in ospedale? Non c’è niente di più normale di permettere alla mamma di andare con lui. Peraltro se il bambino malato ringrazierà poi i suoi fratelli e le sue sorelle, ognuno si sentirà riconosciuto per lo sforzo fatto e saranno ancora più inclini a compatire il fratello malato. I nostri figli, fratelli e sorelle di sangue, diventeranno fratelli e sorelle di cuore, che sapranno suonare la sinfonia della vita, al giusto ritmo, sotto la nostra bacchetta da direttore d’orchestra!

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