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Se siete alla ricerca del Principe Azzurro, non dimenticatevi questo…

Woman - Smile

© StudioByTheSea

Edifa - pubblicato il 07/06/20

Quale donna non sogna di incontrare un giorno il suo Principe Azzurro? Ma in questa ricerca dell'uomo perfetto e senza difetti, spesso dimentica una cosa importante: il Principe Azzurro come lo sogna non esiste!

di Denis Sonet

No! Non c’è nessun principe azzurro, così come non c’è nessuna principessa dei sogni! Dio non ci dà un coniuge su misura. La condizione umana ha dei limiti e delle imperfezioni ed ogni singola persona ha la sua parte di imperfezioni: sul piano fisico, ma soprattutto su quello psicologico o morale, chi si può vantare di un perfetto equilibrio?

“Quello che sono diventato è grazie a te”

Il nostro passato spesso spiega le nostre difficoltà attuali, infatti fin dall’infanzia, degli avvenimenti ci hanno segnato: se non siamo stati amati, compresi o addirittura rifiutati, portiamo le cicatrici dell’aggressività o della scarsa autostima. Se siamo stati iperprotetti, possiamo avere dei comportamenti da persone piene di sé o insaziabili e se abbiamo sperimentato solo il successo, possiamo essere tentati dall’autocompiacimento o dall’incapacità di ammettere i propri fallimenti, anche parziali. Inoltre, il mondo moderno può dimenticarlo, ma il peccato esiste e porta la sua parte di sofferenza, quindi smettiamola di sognare il coniuge senza difetti, sempre delicato, che non ha mai avuto sbalzi d’umore o ripiegamenti su sé stesso. Riconosciamo prima di tutto le nostre debolezze, in modo da poter meglio accettare quelle dell’altro.

Finché la scelta del coniuge è stata ponderata, dove le qualità riconosciute di ciascuno garantiscono un’alta probabilità di successo, è possibile gestire un certo ed inevitabile coefficiente di insoddisfazione. Le imperfezioni ricordano che l’essere umano è, qui sulla terra, in cammino di conversione, con la grazia di Dio. Amare qualcuno è aiutarlo ad acquisire la sua pienezza ed a superare alcuni dei suoi limiti. È felice la coppia dove, alla fine del loro percorso, ognuno può dire all’altro: “Quello che sono diventato è grazie a te”.

Dobbiamo comporre con l’imperfetto o meglio ancora, queste imperfezioni sono un invito a vivere il Mistero Pasquale. Nella misura in cui accettiamo di morire al nostro egocentrismo, ai nostri sogni di fusione e di felicità senza nuvole, possiamo sperimentare la Resurrezione di una coppia arricchita dalle differenze accettate, in attesa di incontrare nell’Eternità lo Sposo Perfetto.

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