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Lo yoga può aiutarci a pregare meglio?

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Edifa - pubblicato il 13/11/19

Alcuni cristiani pensano che potranno pregare meglio grazie allo yoga perché insegna a concentrarsi. Non ci vedono niente di pericoloso in queste tecniche di meditazione orientale. Ma è possibile combinare lo yoga con la fede cristiana?

di padre Joseph-Marie Verlinde

Le tecniche di meditazione orientale sono molto attraenti: sono dei mezzi potenti per isolarci dal mondo esterno, che è mutevole e incurante, per ricentrarci sul nostro io interiore, per il quale abbiamo tutti una sorta di nostalgia. So bene di cosa parlo perché le ho praticate io stesso per diversi anni. All’inizio l’approccio è lo stesso della preghiera cristiana: c’è la volontà di staccarsi da una vita superficiale, dispersiva e deludente per rientrare in sé stessi. In entrambi i casi c’è una grande sete di Assoluto, ma fin dall’inizio di questo cammino interiore le strade divergono. Nelle tecniche orientali bisogna entrare sempre di più in sé stessi, con le proprie forze, fino a raggiungere una sorta di “fusione” nel Tutto: si ha la sensazione di esistere in modo molto forte. In questa esperienza non c’è nessun posto per l’altro: “Sono sempre più concentrato su di me e solo su di me”. Invece la preghiera cristiana è un incontro con l’Altro, con un Dio che viene verso di me: “Entro in me, ma per prepararmi a ricevere ciò che il Signore vuole darmi”.


YOGA PREGHIERA CRISTIANI

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Un grave rischio di confusione

Questa è la differenza tra la mistica naturale, che si appoggia solo su dei mezzi naturali e mi lascia solo con me stesso, e una mistica soprannaturale, che mi volge verso Dio: un Dio personale, che si dona a me in un dialogo d’amore. Nelle tecniche orientali l’individuo è il maestro della propria vita interiore, mentre nella preghiera cristiana, il maestro è Dio: “Accetto di affidarmi a Lui e di lasciare che mi conduca fino a Lui”. Inoltre le tecniche orientali mirano ad una dissoluzione di sé nel grande Tutto, mentre la relazione con Cristo rispetta la nostra alterità. Infatti la preghiera cristiana è una comunione, non fusione.

Naturalmente, le tecniche che fanno parte della mistica naturale come le tecniche di meditazione orientale, possono condurre a delle esperienze molto forti, ma questo non ha nulla a che fare con la pace soprannaturale dello Spirito Santo. È un rischio da tenere seriamente in considerazione, perché può condurre ad un intoppo e ad allontanarci dalla meta che ci eravamo prefissati mettendoci in preghiera, cioè dall’incontro personale con il Dio vivente che Gesù Cristo ci ha rivelato.




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