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La chiesa degli Ucraini a Roma, dalle lacrime alla solidarietà

SANTA SOFIA

@spenamaria

Ary Waldir Ramos Díaz - pubblicato il 02/03/22

La chiesa della comunità cristiana ucraina a Roma commuove i romani, e ci si sforza di essere operatori di pace

La chiesa di Santa Sofia in Via Boccea, a Roma, è dedicata alla Sapienza, uno dei sette doni dello Spirito Santo.

Il tempio fa oggi notizia perché è l’epicentro di una campagna di solidarietà spontanea che ha commosso i romani.

L’iniziativa è nata e cresciuta in pochi giorni grazie all’impulso delle reti sociali e all’entusiasmo del sacerdote ucraino Marco Semehen e dei fedeli.

La gente accorre per donare coperte, cibo e medicinali. Tutto verrà portato con dei camion direttamente a Kiev, o almeno alla frontiera con la Polonia, dove già 40.000 persone cercano rifugio in altri Paesi europei.

I volontari ucraini e italiani lavorano instancabilmente. La solidarietà ha riempito di vita la chiesa madre della Chiesa Greco-Cattolica d’Ucraina.

Domenica scorsa la comunità cristiana ucraina piangeva per la guerra durante la Messa, questa settimana i fedeli sembrano tutti formiche instancabili.

SANTA SOFIA

Familiari e amici sotto le bombe

Nella chiesa di Santa Sofia si può vedere in prima persona la carità si organizza senza rassegnarsi.

I volontari, a modo loro, cercano di non soccombere al dolore che paralizza pensando a familiari e amici rimasti in Ucraina, rifugiati in bunker, sotterranei e rifugi antiaereo.

Un corridoio di pochi metri separa il silenzio della chiesa dal ruimoroso vestibolo, dove ferve l’attività per aiutare gli Ucraini che non sono riusciti a fuggire dalla guerra.

SANTA SOFIA

Dalle lacrime all’azione

Per i cristiano greco-cattolici, domenica scorsa è stata la “Domenica del Perdono”. La basilica neobizantina si è riempita di fedeli per la Messa, e padre Semehen, rettore della chiesa e che vive a Roma dal 2004, ha raccontato che la gente pregava il Signore per la salvezza dei propri familiari che non erano riusciti a scappare dai bombardamenti.

“Abbiamo già fatto partire per Leopoli nei giorni scorsi due grossi furgoni con le prime offerte della nostra comunità”, ha riferito. “Ma non bastano e allora chiediamo aiuti ai romani. Speriamo di riempire un tir che è appena arrivato dall’Ucraina e sta rientrando. Siccome è vuoto, può portare ai nostri fratelli quello che serve. Speriamo possa arrivare in città, altrimenti lascerà tutto al confine con la Polonia”.

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Dal canto suo, Caritas Roma, che ha promosso una campagna di raccolta fondi, ha anche inviato un messaggio via WhatsApp: «È possibile contribuire con donazioni al conto corrente postale 001021945793 intestato a Fondazione “Caritas Roma” – ONLUS (Via Casilina Vecchia 19), causale “Sostegno Ucraina”; bonifico bancario Banco Posta IBAN: IT 50 F 07601 03200 001021945793». La diocesi di Roma lancerà altre iniziative solidali.

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