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Il Vaticano rilancia con Parolin: il negoziato può ancora fermare la guerra

CARDINAL PAROLIN

Alessia GIULIANI/CPP/CIRIC

Il cardinale Pietro Parolin.

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 28/02/22

Il Segretario di Stato (che è un abile diplomatico) sprona sulla mediazione. Il Vaticano compie così un nuovo tentativo per la pace dopo le "due mosse" di Papa Francesco

Paragonare la guerra in Ucraina agli incidenti che hanno preceduto la Seconda Guerra Mondiale «sono riferimenti che fanno rabbrividire. Bisogna evitare ogni escalation, fermare la guerra e trattare. Anche l`eventuale ritorno a una nuova guerra fredda con due blocchi contrapposti è uno scenario inquietante». Così il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, in una intervista a La Repubblica sul conflitto tra Ucraina e Russia. «Sono convinto che ci sia ancora e sempre spazio per il negoziato», dice ancora Parolin (Tgcom, 27 febbraio).

UKRAINE CHURCH

“Dolore, angoscia, preoccupazione”

«Di fronte agli sviluppi odierni della crisi in Ucraina – afferma l’alto esponente del Vaticano, in una dichiarazione diffusa anche in video dalla Sala Stampa vaticana -, risaltano ancora più nette e più accorate le parole che il Santo Padre Francesco ha pronunciato al termine dell’Udienza generale. Il Papa ha evocato grande dolore, angoscia e preoccupazione».

Astenersi da azioni che creano sofferenza 

Francesco, prosegue Parolin – ha invitato tutte le Parti coinvolte ad «astenersi da ogni azione che provochi ancora più sofferenza alle popolazioni», «destabilizzi la convivenza pacifica» e «screditi il diritto internazionale». Questo appello acquista «una drammatica urgenza dopo l’inizio delle operazioni militari russe in territorio ucraino» (Avvenire, 27 febbraio).

Appuntamento al 2 marzo

Il Papa, intanto, al termine dell’Angelus di domenica 27 febbraio, ha ribadito di essere sconvolto per quanto sta accadendo in Ucraina. 

«Siamo stati sconvolti da qualcosa di tragico, la guerra. Abbiamo pregato perché non venisse imboccata questa strada. Rinnovo a tutti il 2 marzo a fare una giornata di preghiera e digiuno per la pace in Ucraina». 

La logica diabolica delle armi

«Chi fa la guerra dimentica l’umanità – ha detto Bergoglio – Non parte dalla gente, non guarda alla vita concreta delle persone, ma mette davanti a tutto gli interessi di parte del potere, si affida alla logica diabolica e perversa delle armi, che è la più lontana dalla volontà di Dio e si distanzia dalla gente comune che vuole la pace». In ogni conflitto «La gente comune è la vera vittima». «Tacciano le armi, Dio sta con gli operatori di pace» (Corriere della Sera, 27 febbraio). 

La telefonata con Zelenskyi

Il giorno prima, sabato 26 febbraio, Papa Francesco ha avuto un colloquio telefonico con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyi. Francesco – riferisce in un tweet l’ambasciata ucraina presso la Santa Sede – ha espresso «il suo più profondo dolore per i tragici eventi che stanno avvenendo nel nostro Paese».

Prezydent Ukrainy, Komik, który stał się mężem stanu. Kim jest Wołodymyr Zełenski

“Il sostegno di Sua Santità”

In un altro tweet lo stesso presidente Zelenskyi ha detto: «Ho ringraziato Papa Francesco per aver pregato per la pace in Ucraina e per una tregua. Il popolo ucraino sente il sostegno spirituale di Sua Santità». 

L’ “offerta” del Papa

La telefonata con il presidente ucraino è stata la seconda mossa diplomatica del Papa. In precedenza il pontefice si era offerto come mediatore per provare a fermare la guerra tra Russia e Ucraina. Il pontefice, nella mattina di venerdì 25 febbraio, si era recato all’ambasciata di Russia presso la Santa Sede in via della Conciliazione per incontrare Alexander Avdeev. Si tratta del diplomatico col quale ha un rapporto di amicizia cordiale. Adveed si sta adoperando per preparare il secondo incontro tra Francesco e il Patriarca della Chiesa ortodossa russa Kirill e tiene costantemente informato Francesco sul conflitto in Ucraina. Da allora, tuttavia, nulla si è ufficialmente mosso sul fronte diplomatico con la Russia: con il presidente Vladimir Putin non ci sono stati ancora contatti ufficiali. (Aleteia, 25 febbraio).

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