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Il male agisce al buio: portalo allo scoperto e lascia agire la potenza di Cristo

LUCE E BUIO

Brilliant Eye|Shutterstock

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 30/01/22

Il demonio agisce quasi sempre di nascosto, senza mettersi in mostra. L'incontro con il Signore lo costringe a rivelarsi. Così dobbiamo fare noi, portare la luce nelle nostre zone d'ombra e lasciare che l'incontro con Gesù ci liberi.

Vangelo di lunedì 31 gennaio 2022

Intanto giunsero all’altra riva del mare, nella regione dei Gerasèni.  Come scese dalla barca, gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo.  Egli aveva la sua dimora nei sepolcri e nessuno più riusciva a tenerlo legato neanche con catene,  perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi, e nessuno più riusciva a domarlo.

 Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre.  Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi,  e urlando a gran voce disse: «Che hai tu in comune con me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!».

 Gli diceva infatti: «Esci, spirito immondo, da quest’uomo!».  E gli domandò: «Come ti chiami?». «Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti».  E prese a scongiurarlo con insistenza perché non lo cacciasse fuori da quella regione.
 Ora c’era là, sul monte, un numeroso branco di porci al pascolo.  E gli spiriti lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi».  

Glielo permise. E gli spiriti immondi uscirono ed entrarono nei porci e il branco si precipitò dal burrone nel mare; erano circa duemila e affogarono uno dopo l’altro nel mare.  I mandriani allora fuggirono, portarono la notizia in città e nella campagna e la gente si mosse a vedere che cosa fosse accaduto.
 Giunti che furono da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura.

 Quelli che avevano visto tutto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci.  Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.  Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo pregava di permettergli di stare con lui.  Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli ciò che Gesù gli aveva fatto, e tutti ne erano meravigliati.

(Marco 5,1-20)

Il male è come un parassita, vive rubando la vita di ciò a cui si aggrappa. Non serve essere per forza posseduti come l’uomo del vangelo di oggi per sentirne gli effetti. Il male lavora nella maggior parte dei casi senza farsi vedere, senza mettersi in evidenza. Basta una zona d’ombra nella nostra vita, e lui come un fungo, come muffa comincia a mettere radici e a rubarci vita, gioia, serenità, pace, significato.

L’unico modo di bloccarlo è smascherarlo, è eliminare le zone d’ombra, è lasciare entrare la luce lì dove non entra mai. Raccontato così sembra semplice, ma per esperienza tutti noi sappiamo che la faccenda è molto più complicata.

Per tutta la vita combattiamo contro di lui. Per tutta la vita cerchiamo di togliergli potere e dominio. Nel vangelo di oggi lo incontriamo nelle tinte forti di una possessione diabolica. E credo che il vangelo ce lo racconti non soltanto per dirci che Gesù ha potere su di lui, ma anche per mostrarci come agisce:

“nessuno più riusciva a tenerlo legato neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi, e nessuno più riusciva a domarlo. Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre”.

Emergono così due sintomi: l’incapacità di un legame (nessuno poteva più tenerlo legato neppure con una catena), e il farsi male da solo (percotendosi con delle pietre). Quando si ammalano le nostre relazioni allora quello è un chiaro sintomo che il male sta facendo danni in noi. Quando facciamo delle scelte che ci fanno del male e scegliamo quella parte della vita che più ci danneggia, ecco che c’è un problema serio di male da affrontare. L’incontro con Cristo è l’incontro con una liberazione. “Gli diceva infatti: «Esci, spirito immondo, da quest’uomo»”. Ed è proprio a partire da questo incontro che la nostra vita torna ad essere pienamente umana. 

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