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Gesù vuole tutto il poco che hai per moltiplicarlo a favore del mondo

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Di Regina Foster|Shutterstock

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 30/11/21

Siamo e abbiamo poco, ma Cristo ha bisogno di tutto il nostro quasi nulla per moltiplicarlo e sfamare noi, gli altri e arrivare al mondo.

Allontanatosi di là, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, si fermò là.  Attorno a lui si radunò molta folla recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì.  E la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi raddrizzati, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E glorificava il Dio di Israele.
Allora Gesù chiamò a sé i discepoli e disse: «Sento compassione di questa folla: ormai da tre giorni mi vengono dietro e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non svengano lungo la strada».  E i discepoli gli dissero: «Dove potremo noi trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?».  Ma Gesù domandò: «Quanti pani avete?». Risposero: «Sette, e pochi pesciolini».  Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra,  Gesù prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò, li dava ai discepoli, e i discepoli li distribuivano alla folla.  Tutti mangiarono e furono saziati. Dei pezzi avanzati portarono via sette sporte piene.

(Matteo 15,29-37)

Sento compassione di questa folla: ormai da tre giorni mi vengono dietro e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non svengano lungo la strada.

Si può vivere di sole parole? Certamente no, e Gesù lo sa bene. Non basta raccontarsi discorsi giusti per poter vivere, si ha bisogno anche di qualcosa di concreto che ci aiuti ad andare avanti.

La fede cristiana non è una questione di discorsi, ma una questione di fatti. Anche il Vangelo per essere utile deve essere considerato un fatto, non una semplice parola. Infatti il Vangelo ha il potere di portare effetto concreto nel cuore di chi ascolta con cuore aperto.

Ma il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci non è raccontato dall’evangelista Matteo per stupirci come un effetto speciale, bensì per dire a ognuno di noi che la fede non è una questione di parole o di discorsi, ma un modo concreto, che passa anche attraverso il poco che effettivamente abbiamo (sette pani e pochi pesci); poco che però attraverso quella misteriosa Grazia che passa attraverso Gesù, ha il potere di sostenere la folla di circostanze, persone e situazioni che incontriamo nella vita.

Una volta chiesi a un giovane medico, papà di tre figli, perché si alzasse così presto la mattina per partecipare alla messa mattutina. Lui mi rispose: “Se non venissi qui tutte le mattine io da solo non basterei nemmeno per arrivare a metà giornata”.

Un cristiano quando capisce questo miracolo, smette di lamentarsi del suo poco e corre a offrirlo a Chi ha il potere di moltiplicarlo e farlo avanzare. 

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