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Bergoglio punito a scuola perché portava una spilla peronista: una bufala!

Fake photo of Jorge Bergoglio with Peron

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La foto falsa che mostrava il piccolo Jorge Bergoglio insieme a Peron ed Evita, fatta circolare ad arte dai detrattori dell'attuale Papa.

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 22/10/21

Questa storia non è altro che una fake news: il futuro Papa Francesco non è mai stato un sostenitore del dittatore argentino Peron. Ecco la verità

Secondo i racconti di cronaca di quegli anni, già da adolescente, Jorge Bergoglio è stato punito alla scuola superiore per aver indossato sull’uniforme scolastica una spilla con lo stemma peronista.

Questo episodio, pubblicato dopo la testimonianza di suoi vecchi compagni, ha portato all’ipotesi del Papa peronista. Cioè sostenitore del governo autoritario e dittatoriale di Juan Domingo Perón.

“Un chiaro militante della religione”

Il Papa ha detto a Javier Cámara e Sebastián Pfaffen, autori del libro “Gli Anni oscuri di Bergoglio” (Ancora editrice), che questa storia della spilla è una fake news. 

Quando la notizia del Papa peronista ha preso piede tra i mezzi di comunicazione, uno storico dirigente del Partido Justicialista, Julio Bárbaro, è stato ampiamente consultato per la sua relazione con Bergoglio fin dalla gioventù. Lui disse: “Entrambi siamo parte di una stessa storia che solitamente si tende a deformare (…). Bergoglio si faceva coinvolgere dal mondo circostante, a cominciare dal condividere il pensiero di quelli che gli stavano intorno, che erano peronisti. Però è stato sempre un chiaro militante della religione, mai della politica”.

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Il giovane studente Jorge Bergoglio, futuro Papa, non si è mai schierato in politica.

L’influenza del nonno “radicale”

Per chiarire le cose, lo stesso Pontefice ha spiegato la sua relazione con la politica, dicendo: “Sempre mi ha attratto la politica, sempre”. Ad “influenzare” Jorge Bergoglio fu uno dei nonni.  

“Provengo da una famiglia radicale, mio nonno era un radicale del 90”, alludendo all’origine di questa forza politica che ha governato l’Argentina in nove occasioni. I radicali del 90 (per gli episodi registrati nel 1890) sono quelli che hanno aderito all’Unione Civica della Gioventù, germe di quello che, attraverso gli anni e una serie di divisioni, divenne poi l’Unione Civica Radicale

Il 26 luglio 1890, l’Unione Civica condotta da Leandro Alem fu protagonista di quella che venne definita Rivoluzione del Parco o Rivoluzione del 90. Era una rivolta armata che provocò la rinuncia del presidente Miguel Juárez Celman e l’assunzione della presidenza da parte del vicepresidente Carlos Pellegrini.

Il “fascino” comunista

A questa influenza familiare Bergoglio aggiungerà la propria esplorazione nel mondo delle idee politiche. “In seguito, nell’adolescenza, ho avuto anche un’esperienza ‘sinistroide’ – racconta il Papa con sfrontatezza – leggendo libri del Partito Comunista che mi dava il mio capo del laboratorio, Esther Ballestrino de Careaga, una grande donna che prima era stata segretaria del Partito Rivoluzionario Febrerista paraguaiano. Dopo ha seguito gruppi di giovani con diverse esperienze politiche. Si deve anche ricordare che a quell’epoca, la unidad básica peronista così come il comitato radicale o la sede socialista, erano luoghi di cultura politica. Ora probabilmente si utilizzando per insegnare a cucinare, per tenere corsi, ecc., però in quegli anni la cultura politica veniva molto incentivata. A me piaceva andare in tutti quei posti”.

L’incontro con Peron ed Evita

Della sua relazione con il peronismo ha raccontato qualche aneddoto inedito che fino ad oggi non è mai stato riferito, su come ha conosciuto personalmente Juan Domingo Perón e María Eva Duarte in Perón, detta Evita

“L’unica volta che ho visto Perón è stato quando ho portato la bandiera nazionale come rappresentante della mia scuola superiore al Teatro Colón per un incontro educativo. Tutti noi portabandiera eravamo al centro del palcoscenico e lì l’ho visto da vicino. Anche Eva l’ho vista da vicino in un’occasione, quando sono entrato in una sede politica di via Córdoba, a Buenos Aires, con mio fratello, perché avevamo bisogno di volantini per un lavoro di scuola. Lei stava lì e ci ha salutati, ma niente di più”.

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