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“Un signore distinto”. Così il diavolo entrò nella casa del Cottolengo

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 06/09/21

Il fatto è riportato nella biografia ufficiale del santo. “Ho dovuto sostenere con lui una gran lotta, per la quale sono sfinito”

Le aggressioni del diavolo a San Giuseppe Cottolengo (1786-1842), fondatore della Piccola Casa a Torino, sono diverse da molte altre. Nel suo caso il demonio lo infastidiva non presentandosi sempre come un’entità violenta e mostruosa. Ma mascherandosi da persona perbene.  

Ne parla Don Marcello Stanzione riporta quegli episodi nel libro “L’universo demoniaco” (Sugarco edizioni), in uscita nei prossimi giorni, di cui diamo una anticipazione. 

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“E’ venuto Chiapino”

Dalla biografia classica del Gastaldi scritta sul santo, alcune testimonianze dei fastidi e delle vessazioni che il Cottolengo dovette patire per opera del demonio. 

«Per dire di alcune non di tutte le infestazioni che tormentavano il Padre, accadeva di tempo in tempo che mentre prendeva nella notte il suo breve riposo, scomparissero dalla stanza le vesti, le scarpe, le calze, cosicché, volendosi alzare al mattino, non aveva più nulla di quanto gli era necessario. Dopo aver rovistato un po’ dappertutto le trovava in luoghi stranissimi. Interrogato in merito, il Servo di Dio rispondeva: “È venuto Chiapino [così chiamava il demonio] e mi ha fatto quella burla, perché vorrebbe che non mi alzassi per celebrare”».

L’aggressione del 1838

Nel 1838 si presentò alla Piccola Casa un uomo signorilmente vestito che chiedeva del Servo di Dio. 

«La portinaia non aprendo, ma solo parlando dallo spioncino, gli disse d’aver pazienza, perché in quel giorno il Padre non poteva ricevere nessuno. Quel tale con aria arrogante le rispose: “E io assolutamente voglio parlargli”. Quindi, senza saper come, se lo vide entrare in portineria e, infilata la scala, in un batter d’occhio fu alla stanza del Padre. “Bel modo è questo!”, disse allora la suora e, piantandosi di guardia all’ultimo scalino, pensò: “Di qui dovrà pur passare, e quando passerà, farò in modo di dirgli due parole». 

Pallido e affannato

Ebbe pazienza e aspettò un’ora intera. «Finalmente – si legge nella biografia del Cottolengo – vide uscire dalla stanza il venerato Padre pallido, affannato e abbattuto. A tal vista la suora si riscaldò tutta e, come per scusarsi, disse che quel signore s’era introdotto nella Piccola Casa in modo che lei non sapeva come, e qui lo aspettava, quando uscisse. Ma il Santo rispose: “È inutile aspettarlo, tanto è già partito. È se non lo sai, è il demonio che è venuto a tormentarmi. Ha una rabbia immensa contro la Piccola Casa. Ho dovuto sostenere con lui una gran lotta, per la quale sono sfinito, ma, grazie a Dio, il maligno non ha vinto!”».

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