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Difendiamo il diritto di incomprensione nella coppia (VIDEO)

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https://youtu.be/Qi4Vf4H-4tw

Giovanna Binci - pubblicato il 02/08/21

Il dialogo è sopravvalutato: lo dicono i Mienmiuaif. E noi siamo con loro nel difendere il diritto al l'incomprensione come arma di seduzione che trasforma ogni dialogo in gesti di amore vero.

Vorrei invitare i Mienmiuaif a casa mia a fare un live del loro DJ set, ma a patto che Giuseppe (Signorin) resti con quegli occhiali. 

Io ci metto le olive (quelle col ripieno di peperoncino), il prosecco (o forse fa più figo un Moscow Mule, non so, sono fuori dal giro da un po’) e tutte le incomprensioni che servono alla serata che almeno su quelle sono sul pezzo.

Basta che mi facciano sapere per tempo se preferiscono quelle a tema genitoriale o più una cosa tipo “le mie esigenze, le tue esigenze, il calcetto con gli amici e la carta dei diritti universali dei mariti”. Possiamo anche andare sul classico: i miei, i suoi e già che ci siamo tiriamo fuori il calendario, o meglio le tacche sul muro, delle partecipazioni a pranzi e cene di parentadi allargati vari ed eventuali. 

Condiamo tutto con abbondante Talking Hads

Chiamali, se vuoi, stereotipi

Partiamo dalle verità granitiche, quelle che Giuseppe racconta nell’ultimo video della serie deadcat su YouTube “l’amore non è una performance”:

“Maschi e femmine si esprimono con linguaggi diversi e io ci tengo che rimangano tali… spesso mi sforzo di esprimermi male così viene meno la comprensione che mia moglie desidera, ma aumenta l’amore”.

Solo un maschio poteva spiegarti l’amore peggio di così, dai!

Un #divertissement, come dice Anita. Perché le donne fanno finta di non capire quando capiscono benissimo e gli uomini quando c’è da comunicare tosto se ne escono con tre parole e una battuta cretina (eppure quando c’è da commentare la finale di Champions sono quasi certa di aver sentito almeno diciannove aggettivi e pure dei congiuntivi azzeccati!). 

Mi sembra tutto nella norma degli stereotipi e delle etichette di genere fin qui. 

Adoro. 

Diritto di non essere capiti

La verità su cui questo video mi ha fatto riflettere però è che nessuno vuole essere capito, in una coppia. Dai, a chi interessa? Caso mai a me importa che cambi. Quella sì è davvero la prova del nove della comprensione nel senso meno letterale e più profondo del termine.

Credo che nessuno, nemmeno un partner possa capirti come vorresti tu: è più un salto nel buio, un fidarsi, un decidere di crederti, ma un capire? È davvero dura. 

Cambiare, sforzarsi per l’altro è un gesto di vero amore. Amore incondizionato. Se capissimo sarebbe facile. Troppo facile. 

Proprio perché non capiamo, amiamo

Tutto il resto è noia. Ma noia vera. 

Ti immagini che vita piatta e monotona sarebbe quella in cui io e mio marito troviamo un accordo su come caricare la lavastoviglie? 

Incomprensione uguale seduzione

Mi unisco all’appello di Giuseppe (e sono una femmina, eh): 

“salviamo i mariti che non riescono a mettere in pratica tutte le tecniche di comunicazione”

e liberiamo l’amore dalla logica della performance

Che è già dura mantenere l’alone di “mistero” per questi poveri maschi senza noi femmine logorroiche che cerchiamo di scandagliare la loro anima a suon di domande. 

Siamo cresciuti col mito del dialogo di coppia: necessario, salutare, imprescindibile (altrimenti mio marito starebbe ancora a cercare il famoso calzino mancante…), ma come si chiede Anita, quando è davvero utile?

Vomitare addosso all’altro tutti i nostri problemi, non li risolve.

Il dialogo non deve diventare, quoto sempre la cantante, “una scusa per dire all’altro ecco tutto quello che voglio” e per poi rinfacciare al partner che non sta esaudendo le richieste. 

Come la Sardegna e la Nuova Zelanda

Si può dialogare e restare isole. Isole lontane come la Sardegna e la Nuova Zelanda tipo. 

Possiamo conoscere tutti i linguaggi dell’amore e i manuali di comunicazione, ma questo non elimina la fatica del doversi avvicinare. Del dover fare un passo fuori dal proprio egoismo senza avere la pretesa di capire chi ci sta davanti. 

Usciamo dal tecnicismo delle relazioni e applichiamo magari qualche virtù cristiana per colmare le lacune, per sopportare le imperfezioni, per vivere la santità nel rapporto con gli altri non come una serie di livelli da superare, di strategie da applicare, ma un mix unico di sana “incomprensione e relax”.

Per concludere il DJ set, metto su io l’ultima canzone di Tiromancino, che sinceramente, mi sembra una sintesi illuminante:

“Le incomprensioni sono così strane, sarebbe meglio evitarle sempre, per non rischiare di aver ragione, che la ragione non sempre serve”.

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