Il beato Zeffirino Giménez Malla sembrava uno dei tanti anziani dediti alla preghiera, ma poi è diventato martire
Verso la fine della sua vita, il beato Zeffirino Giménez Malla (1861-1936) assomigliava probabilmente ai tanti anziani che recitano il Rosario dopo la Messa quotidiana, ma il suo cammino verso la santità non è stato tipico, come non lo è stato la sua ricerca della virtù. Quando gli hanno sparato proprio perché recitava il Rosario, nessuno di quanti lo conoscevano si è sorpreso che abbia dato la vita per Dio.
Il fatto stesso che venisse data per scontata la santità di Zeffirino era notevole, visto l’etnia a cui apparteneva. Era un membro dei rom, popolo a cui spesso ci si riferisce in modo dispregiativo come “zingari”, ed è cresciuto in un mondo che lo disprezzava per la sua origine e il suo stile di vita.
Anziché amareggiarsi o abbandonare il suo popolo, Zeffirino ha adottato lo stile di vita rom ed è stato un ponte tra i Kalos (il suo gruppo) e gli Spagnoli.
La bontà come guida
Zeffirino era cresciuto in una famiglia povera ed errante di fabbricanti di cesti che si spostavano di paese in paese in Spagna e nel sud della Francia.
Pur essendo stato battezzato da bambino, i racconti della gioventù di Zeffirino ci dicono poco della sua vita di fede.
Il fatto che pregasse in catalando indica che probabilmente aveva imparato le preghiere quando viveva in Catalogna da bambino.
Il suo matrimonio fuori dalla Chiesa a 18 anni potrebbe però indicare che la sua formazione religiosa non fosse molto forte.
Può essere che non conoscesse la sua fede, ma Zeffirino si sforzava di essere giusto e buono.
Dopo che lui e la moglie Teresa si erano sposati in una cerimonia tradizionale rom, Zeffirino divenne commerciante di cavalli, professione nota per la sua disonestà.
Zeffirino, però, pur avendo talento e successo, non voleva ingannare nessuno, e la sua virtù naturale lo rese un bravo uomo d’affari.