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La misericordia viene a toglierci dal nostro buio quotidiano

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don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 28/04/21

Spesso abbiamo paura di essere condannati, di non essere più degni di amore. La luce di misericordia che Gesù porta ci toglie da questa prigione.

Gesù allora gridò a gran voce: «Chi crede in me, non crede in me, ma in colui che mi ha mandato;
chi vede me, vede colui che mi ha mandato.
Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.

Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho annunziato lo condannerà nell’ultimo giorno.
Perché io non ho parlato da me, ma il Padre che mi ha mandato, egli stesso mi ha ordinato che cosa devo dire e annunziare.
E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico come il Padre le ha dette a me».
(Gv 12,44-50)

Chi crede in me, non crede in me, ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.

L’affermazione che Gesù dice nel vangelo di oggi ci dona una chiave di lettura molto bella della nostra vita. Il valore della luce è proprio quello di fare arretrare le tenebre. Credere in Gesù significa lasciarlo essere quella luce che fa arretrare le tenebre dentro cui molte volte ci sentiamo prigionieri. Sono tenebre che ci tengono in ostaggio di ragionamenti che non ci lasciano respirare e ci condannano all’ansia e al panico.

Sono le tenebre di alcuni sentimenti ed emozioni che ci tirano sempre verso il basso. Sono le tenebre delle nostre scelte sbagliate che ci fanno cercare nel peccato la felicità che può darci invece solo l’amore. In un inno della liturgia delle ore così cantiamo:

“Senza te siam sommersi in un gorgo profondo di peccati e di tenebre”

Ha ragione Gesù nel gridare questa verità: vivere senza di Lui significa vivere al buio. Ma molto volte facciamo fatica a farlo entrare perché abbiamo paura di accendere la luce.

Abbiamo paura di essere condannati, di non essere più degni di amore, di scoprire tutto ciò che di brutto ci abita. Ma è Gesù stesso a rassicurarci:

Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.

Gesù non è venuto per condannare ma per salvare. In Lui non troviamo un giudizio di condanna ma un’esperienza di misericordia. È la misericordia di un amore che ci viene a cercare nel nostro buio. Forse dovremmo imparare a fare spazio a questa luce, a lasciare che l’esperienza dell’incontro con Lui ci porti man mano a rivelarci, ad accendere la luce su ciò che teniamo nascosto.

Chi vive con Cristo non ha più bisogno di nascondersi, non ha più paura di ciò che è, e di ciò che lo abita. Chi lascia entrare Cristo sperimenta una vita che possiamo definire autentica.

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