Procedendo verso sud con Assisi e il Monte Subasio sulla sinistra, dopo circa venti minuti, appena passato il cimitero di guerra britannico, c’è la basilica neogotica di Rivotorto. All’interno si trovano due capanne in cui Francesco e i primi frati vivevano in totale povertà, mangiando rape selvatiche e svolgendo i compiti più vari in cambio di elemosine. Dormivano nella capanna sulla destra, pregavano spontaneamente nello spazio tra le due e cucinavano in quella di sinistra. Da qui, si recavano negli ospedali vicini per servire i lebbrosi. Fra’ Murray Bodo, OFM, nel suo classico Francesco. Il sogno e il viaggio, ha descritto l’esperienza di Francesco e dei primi frati di Rivotorto come la “luna di miele” della loro vita nei primi anni. Sentivano una chiamata speciale alla povertà e alla semplicità, e tuttavia erano pieni di gioia. Da Rivotorto, Francesco partì per Roma nel 1209 con i suoi primi 12 frati, cercando l’approvazione del loro stile di vita da parte di Papa Innocenzo III.
Da Rivotorto ci si dirige a un’altra chiesa ricostruita da Francesco. Andando verso sud in direzione del centro di Rivotorto, si gira poi a destra seguendo la pista ciclabile Spoleto-Assisi, percorrendola fino ad arrivare a un centro ippico. Sul retro della proprietà ci sono varie rovine di edifici. Quello più lontano con il campanile è l’antica chiesa di San Pietro della Spina, una delle tre chiese che il santo ricostruì all’inizio della sua conversione. Da allora è caduta nuovamente in rovina, e oggi fa parte della proprietà privata.
Tornando indietro alle chiese dei lebbrosi, si seguono poi i binari della ferrovia fino alla cittadina di Santa Maria degli Angeli. All’altezza del McDonald’s si gira a sinistra e si percorre il marciapiedi di mattoni rossi fino a giungere alla basilica di Santa Maria degli Angeli, che racchiude la piccola cappella nota come Porziuncola, che San Francesco amava più di tutte le altre per via della sua devozione nei confronti della Vergine Maria. Secondo il suo primo biografo, Tommaso da Celano, “era pieno di un’inesprimibile amore per la Madre di Gesù, perché era stata lei a creare il Signore della Maestà, suo fratello”. Francesco scrisse che è giusto onorare la beata Vergine, perché ha portato Gesù nel suo santissimo grembo. Qui, il 3 ottobre 1226, Francesco morì. Il punto è segnato da una cappella. Ogni anno vi viene celebrato il Transito di San Francesco, commemorando il suo passaggio all’aldilà.
Il libro recente di Bret Thoman Following Francis and Clare approfondisce questo percorso e un’altra dozzina dentro e fuori Assisi.