Molti pellegrini e visitatori di Assisi sperimentano l'autentica spiritualità francescana non in città, ma nella vallata circostante
San Francesco è nato e cresciuto ad Assisi, ma molti eventi associati alla sua conversione hanno avuto luogo al di fuori delle mura cittadine. Molti pellegrini e visitatori di Assisi sperimentano l’autentica spiritualità francescana non in città, ma nella vallata circostante.
Il primo luogo da menzionare è il santuario di San Damiano. Poco dopo la sua conversione, Francesco stava pregando lì quando sentì una voce provenire dal crocifisso e dirgli: “Francesco, va’ e ripara la mia casa, che come vedi è tutta in rovina”. Egli si recò nella città di Foligno, dove vendette le stoffe del padre per ristrutturare quella chiesa, cosa che portò a una rottura del rapporto tra i due. Alla fine affrontò il padre davanti al vescovo e al popolo e rinunciò a tutta la sua eredità, gettandosi poi nella ricostruzione della chiesa di San Damiano, seguita da quella di altre due chiese nella valle.
Il crocifisso che parlò a Francesco si trova ora nella basilica di Santa Chiara ad Assisi, mentre quello a San Damiano è una replica. San Bonaventura scrisse in seguito che il crocifisso che si era spiritualmente impresso nell’anima di San Francesco a San Damiano si sarebbe poi rivelato esternamente sul suo corpo a La Verna.
Da San Damiano si gira a sinistra e si prende la scalinata sulla destra, seguendo le indicazioni per San Masseo. Dopo 15 minuti si arriva al curatissimo monastero di San Masseo, dove San Francesco si recava per riposare e pregare. Dall’XI secolo è un monastero benedettino. Nel 2010, un gruppo di monaci della comunità ecumenica di Bose ha ristabilito qui una comunità contemplativa.
Lasciando San Masseo e continuando verso la valle, si passa Via Francesca e si inizia una bella passeggiata su Via San Rufino d’Arce, sotto Assisi. Alla fine della strada, di fronte al cimitero, c’è il convento delle Suore Missionarie della Susa. In questo luogo si trova la chiesa di San Rufino d’Arce, che faceva parte dell’ospedale per i lebbrosi di Assisi. Apparteneva al complesso anche la vicina chiesa di Santa Maria Maddalena, distante un centinaio di metri.
In questa zona avvenne un evento che cambiò per sempre San Francesco, rappresentando una parte importante della sua conversione: abbracciò un lebbroso. In seguito scrisse nel suo Testamento: “Essendo io nei peccati, mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi; e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d’animo e di corpo. E di poi, stetti un poco e uscii dal mondo”.
L’incontro con il lebbroso fu così forte per Francesco perché prima della sua conversione odiava avere intorno persone che soffrivano di questa malattia. Il suo rapporto con Cristo, però, lo trasformò e lo portò a sperimentare la gioia nell’abbracciarle e servirle.