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Il mese di San Giuseppe nell’Anno di San Giuseppe

SAINT JOSEPH

Zvonimir Atletic | Shutterstock

Il rosario è il frutto di una profonda devozione dei carmelitani a San Giuseppe.

José Miguel Carrera - pubblicato il 05/03/21

L'uomo che Dio stesso ha chiamato “padre”, santo venerato dai santi

Il mese di San Giuseppe nell’Anno di San Giuseppe: un marzo 2021 davvero speciale! Marzo è tradizionalmente il mese che i cattolici dedicano allo sposo della Madonna, padre adottivo del Bambino Gesù, patrono della Chiesa e “santo del silenzio”, per via della sua storia di umile coadiutore nella vita di Maria e di Cristo.

Un “coadiutore protagonista”

Joseph and Mary
Philippe Lissac / Godong

San Giuseppe esercita un grande protagonismo nel percorso della Sacra Famiglia. È stato lui, ad esempio, ad aver protetto con impegno sua moglie e il Figlio di Dio in alcuni episodi chiave per il cristianesimo, come la nascita di Gesù nella stalla di Betlemme e la drammatica fuga in Egitto quando il re Erode ha stabilito la strage di tutti i bambini di meno di due anni. È stato sempre Giuseppe ad aver sostentato come padre e sposo la Sacra Famiglia di Nazaret, ed è stato lui l’educatore maschile del Bambino Gesù.

San Giuseppe è definito anche patrono della buona morte, perché anche se non si sa niente di come, quando e dove è morto, si conosce l’aspetto fondamentale e più sublime: ha avuto la grazia ineffabile di lasciare questo mondo tra le braccia di Gesù Cristo e della Santissima Vergine Maria.

Feste liturgiche per San Giuseppe

San Giuseppe merita non una, ma due grandi feste liturgiche: il 19 marzo è la sua festa principale, e il 1° maggio è quella che lo ricorda particolarmente per la professione: falegname e patrono di tutti i lavoratori.

È proprio per via della sua festa principale che cade a marzo che tutto questo mese è a lui dedicato.

La sua importanza è tale che il 19 marzo di ogni anno i sacerdoti scambiano i paramenti rossi della Quaresima con quelli bianchi della festa per celebrare uno dei più grandi santi di tutti i tempi.

La Chiesa presta a San Giuseppe un culto di protodulia, ovvero una venerazione dedicata a colui che occupa il primo posto nella lista dei santi. E non è certo invano quando si tratta di onorare l’uomo scelto da Dio per essere chiamato padre dal Figlio di Dio fatto uomo! Si può immaginare una grazia più grande? San Giuseppe è nientemeno che l’uomo che Dio stesso ha chiamato “padre”!

Santo venerato dai santi

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© Pascal Deloche / Godong

Santo venerato dai santi, San Giuseppe ha visto riconosciuta la sua grandiosità da tutti i santi canonizzati dalla Chiesa, dai Papi e da Gesù stesso, che in un’apparizione a Santa Margherita da Cortona ha dichiarato:

“Figlia, se vuoi fare una cosa a me gradita, ti supplico di non lasciar passare un giorno senza rendere qualche tributo di lode e benedizione al mio padre adottivo, San Giuseppe, che mi è carissimo”.

Sant’Afonso Maria de’ Liguori ha affermato che Dio ha concesso a San Giuseppe tutti i doni che ha concesso agli altri santi insieme.

San Francesco di Sales, Dottore della Chiesa, ha scritto: “San Giuseppe ha superato in purezza gli angeli della più alta gerarchia”.

San Girolamo, anche lui Dottore della Chiesa e traduttore ufficiale della Bibbia, ha affermato che “Giuseppe ha meritato il nome di giusto perché possedeva in modo perfetto tutte le virtù”.

San Bernardo, uno dei personaggi più eminenti della storia della Chiesa, esortava: “Della sua vocazione, considerate la molteplicità, l’eccellenza, la sublimità dei doni soprannaturali con i quali è stato arricchito da Dio”.

Una delle testimonianze più straordinarie su San Giuseppe è stata scritta da una delle sante più importanti della lunga e ricchissima storia del cristianesimo: il Dottore della Chiesa Santa Teresa d’Avila, una delle più grandi devote al santo padre adottivo di Gesù. Nella sua autobiografia, la santa testimoniò che attraverso l’intercessione del santo era stata guarita da una malattia che l’aveva lasciata quasi paralizzata ed era ritenuta incurabile.

Santa Teresa ripeteva sempre: “Altri santi sembrano avere un potere speciale per risolvere certi problemi, ma Dio ha concesso a San Giuseppe un grande potere per aiutare in tutto”.

Fino alla fine della sua vita, la santa carmelitana ha sottolineato che per 40 anni, ogni anno, nella festa di San Giuseppe, gli chiedeva qualche grazia o favore speciale, e lui non l’ha mai delusa: “Dico a quanti mi ascoltano di provare a pregare con fede questo grande santo, e vedranno i grandi frutti che otterranno”.

Mese di San Giuseppe nell’Anno di San Giuseppe

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Alessandra Tarantino / POOL / AFP
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L’8 dicembre 2020, Papa Francesco ha proclamato un Anno Speciale di San Giuseppe, che si estenderà fino all’8 dicembre 2021.

Si tratta di una celebrazione dei 150 anni della dichiarazione di San Giuseppe come Patrono della Chiesa Cattolica, realizzata l’8 dicembre 1870 dal beato Papa Pio IX mediante il decreto Quemadmodum Deus.

L’Anno di San Giuseppe si è aperto con la lettera apostolica Patris corde, che in latino significa “Con cuore di padre”. Papa Francesco descrive Giuseppe come un “padre amato”, “padre nella tenerezza”, “padre nell’obbedienza” e “nell’accoglienza”; “padre dal coraggio creativo”, “padre lavoratore”, “padre nell’ombra”, sempre discreto, senza aspettarsi riconoscimenti.

Papa Francesco ha già dedicato varie riflessioni a San Giuseppe, ed è stato lui che, mediante un decreto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ha modificato le preghiere della Santa Messa per menzionare esplicitamente San Giuseppe nelle Preghiere Eucaristiche II, III e IV della terza edizione tipica del Messale Romano, collocando il suo nome subito dopo quello della Santissima Vergine Maria.

Per l’Anno di San Giuseppe, Papa Francesco lo porta a esempio per gli uomini di oggi, sia come “padre nell’accoglienza” che perché ha accolto Maria “senza mettere condizioni preventive”, un gesto particolarmente eloquente “in questo mondo nel quale la violenza psicologica, verbale e fisica sulla donna è evidente”.

Il falegname di Nazaret mostra anche “il valore, la dignità e la gioia” del lavoro, e il Papa commenta che “è necessario, con rinnovata consapevolezza, comprendere il significato del lavoro che dà dignità”, che oltre a promuovere la realizzazione personale e della propria famiglia “diventa partecipazione all’opera stessa della salvezza”.

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