700 anni fa moriva Dante: è questo che si celebra nel 2021. Molte cerimonie ed eventi erano stati preparati per questo anniversario così imponente. La pandemia ha fatto saltare molte proposte sul tavolo.
Gli scossoni però fanno anche cadere i frutti dall’albero … così li raccogliamo meglio.
Possiamo alzare la posta in gioco. Non è un uomo morto che celebriamo quest’anno, bensì l’antidoto ancora valido che ci ha lasciato per essere vivi davvero. Dante scrisse una storia che per sommi capi tutti conosciamo. C’è la selva, poi c’è il viaggio nell’aldilà. Dovessimo citare qualche personaggio, Paolo e Francesca salterebbero subito fuori.
È un bel paradosso: Dante scrisse la Divina Commedia per dire a tutti come l’amore per Beatrice l’avesse salvato … eppure sembra che i paladini dell’amore siano Paolo e Francesca. Nella loro storia il nome di Amore viene ripetuto tantissimo, eppure siamo di fronte a due innamorati che non vivono un’eternità di felicità: sono insieme, ma non sono felici. Perché?
C’è forse qualcosa di diverso da quel che vediamo attorno a noi oggi? Sì parla tantissimo di amore, sui giornali, nelle serie TV, nei talk show. Amore spopola, ed è veneratissimo. Ma vediamo delle facce felici? Vediamo esattamente quello che Dante incontrò nel luogo infernale che ospita Paolo e Francesca: gente trascinata da una tempesta violenta, immagine di un amore che colpisce e trascina. Non si dice forse così, al cuor non si comanda?
Fu proprio per contraddire questo enorme abbaglio che Dante si prese la briga di scrivere 100 canti in rima incantenata. Un verso legato all’altro, come una fila ininterrotta di mani che non si mollano. C’è qualcuno che comanda al cuore … per renderlo libero dalla schiavitù di seguire ciecamente ogni istinto. Per questo Amore si muove, ci viene a stanare dalle nostre selve per ricordarci che siamo destinati al Paradiso. Siamo in viaggio verso un luogo eterno di libertà innamorata, il sorriso di Beatrice è un invito più vivo di molte parole morte sull’amore che vivono il tempo di un like.