La preghiera di San Benedetto per diventare una persona migliore. Un inno a Dio, da ripetere quotidianamente nel solco del monaco che ha fondato l’Ordine Benedettino.
La “potenza” di San Benedetto
“L’uomo di Dio che brillò su questa terra con tanti miracoli non rifulse meno per l’eloquenza con cui seppe esporre la sua dottrina”. Così Papa Gregorio Magno nell’anno 592, attraverso i Dialoghi, descrive mirabilmente la vita del santo, salito al cielo appena 50 anni prima. San Benedetto da Norcia, oltre che fondatore dell’Ordine che porta il suo nome, è anche patriarca del monachesimo occidentale.
Nel 1964 Papa Paolo VI lo proclamò patrono d’Europa spostando la sua memoria all’11 luglio, quando per secoli nel calendario liturgico veniva ricordato il 21 marzo, giorno della sua “nascita al cielo” (In Terris).
Stabilitas loci
“Stabilitas loci” (l’obbligo di risiedere per tutta la vita nello stesso monastero) e “conversatio” (la buona condotta morale, la pietà reciproca e l’obbedienza all’abate) erano i capisaldi della vita monastica da lui teorizzata e attuata attraverso una precisa organizzazione del tempo. Che è dono di Dio e non deve essere sprecato.
In tal modo, San Benedetto sosteneva che durante la giornata si alternano dei momenti di preghiera e lavoro secondo il motto “ora et labora” (prega e lavora).
Leggi anche:
Perché San Benedetto consigliava ai suoi monaci di recitare preghiere brevi
Preghiera scritta da San Benedetto
Padre buono, ti prego:
dammi un’intelligenza che ti comprenda,
un animo che ti gusti,
una pensosità che ti cerchi,
una sapienza che ti trovi,
uno spirito che ti conosca,
un cuore che ti ami,
un pensiero che sia rivolto a te,
degli occhi che ti guardino,
una parola che ti piaccia,
una pazienza che ti segua,
una perseveranza che ti aspetti.
Leggi anche:
Il lavoro “dignitoso ed equo”? Un’invenzione di San Benedetto da Norcia