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Il lino di Edessa, la data, l’impronta: indagine sui misteri della Sindone

CAŁUN TURYŃSKI

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 15/12/20

Un interessante viaggio che fa crollare la tesi del falso medievale. A condurlo è la studiosa Emanuela Marinelli

I misteri della Sacra Sindone. I suoi legami con il Mandylion di Edessa, gli errori sulla datazione del lino, la sua provenienza dall’India, le anomalie sul sangue depositate sul panno, rilevato da un istituto di ricerca scientifica.

Tutte queste informazioni si trovano su “Nuova luce sulla Sindone“, libro-dossier a cura di Emanuela Marinelli (edizioni Ares). Ecco alcuni spunti che si trovano al suo interno.

I misteri del Mandylion di Edessa

Sul fronte storico il trasporto a Edessa (attuale Urfa, in Turchia) del prezioso panno con l’impronta di Cristo è stato collegato alla figura di Giuda Taddeo, l’apostolo cugino di Gesù. Clamorosa la scoperta di riferimenti a questo tessuto in fonti arabe, non solo cristiane ma anche musulmane.

Il telo, che a Edessa era descritto come un piccolo fazzoletto, appare essere in realtà la Sindone ripiegata, che viene aperta e svelata al suo arrivo a Costantinopoli, come testimoniato da fonti letterarie e iconografiche.

La smentita della datazione della Sindone

Particolari riferimenti alla Sindone sono stati trovati anche nell’interpretazione allegorica medievale della liturgia. Nel campo scientifico è emersa, grazie allo studio statistico di dati inediti, una clamorosa smentita della datazione radiocarbonica della Sindone, che aveva frettolosamente bollato la Sindone come un falso medievale.

Il lino della Sindone era un tessuto di grande valore, verosimilmente disponibile presso il tempio di Gerusalemme, di lino finissimo erano reperibili nel santuario per le necessità delle vesti dei leviti sacerdoti e per i velari del tempio.




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Le tracce di sangue riferibili alla flagellazione

Queste preziose stoffe provenivano anche dall’India. Interessante l’identificazione, su campioni sindonici, di DNA tipico delle popolazioni dell’India, a conferma della possibile origine del lenzuolo, del suo sangue e ci presenta la sua impronta. Un percorso che diventa spirituale quando arriva alla contemplazione delle piaghe di Cristo e alla venerazione delle sue sembianze, fin sulla soglia del mistero della risurrezione.

Un altro dei misteri sulla Sacra Sindone riguarda la presenza di tracce di sangue riferibili alla flagellazione, alla coronazione di spine, alla crocifissione e alla trafittura al costato di Gesù, che è stato avvolto in questo telo circa due ore e mezza dopo la morte, in stato di rigidità cadaverica.

Impronta inspiegabile

La Sindone è un reperto unico al mondo, che sfida la scienza proprio per il mistero dell’immagine umana in essa impressa. un’immagine che commuove per la sua drammatica veridicità e accende la speranza della gloria futura.

Il corpo ha lasciato nel lenzuolo una misteriosa impronta spiegabile, in base agli esperimenti condotti dai fisici dell’ENEA di Frascati, solo ammettendo un’emissione di luce.




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Triplice icona

Meditazioni sul prezioso lino, di altissimo profilo spirituale, hanno suscitato infine riflessioni profonde, che coinvolgono il senso e il destino della nostra vita. La Sindone è icona e reliquia di Cristo. Icona perché ne riporta l’immagine, reliquia perché ne ha raccolto il sangue. Può essere definita triplice icona: icona del tutto «è compiuto», icona eucaristica, icona del Cuore trafitto.

È anche il lenzuolo della risurrezione: ha avvolto per poche ore un cadavere incorrotto che vi ha stampato misteriosamente la sua immagine fotografica, spiegabile, come già detto, solo con l’energia di una potente emissione di luce.




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La contemplazione delle piaghe di Cristo

Il libro è un viaggio di scoperta, dunque, che arricchisce la cultura ma va oltre, come è inevitabile davanti al lenzuolo che ha avvolto il corpo di Gesù, è macchiato che diventa spirituale quando arriva alla contemplazione delle piaghe di Cristo e alla venerazione delle sue sembianze, fin sulla soglia del mistero della risurrezione.

La Sindone è un reperto unico al mondo. Che sfida la scienza proprio per il mistero dell’immagine umana in essa impressa. Un’immagine che commuove per la sua drammatica veridicità e accende la speranza della gloria futura.




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