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Papa Francesco nel nuovo libro svela i suoi tre “covid”

PAPIEŻ FRANCISZEK W MASECZCE

ANDREAS SOLARO/AFP/East News

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 23/11/20

Il Papa nel nuovo libro “Ritorniamo a sognare” dice: “So per esperienza come si sentono i malati di coronavirus". E ricorda il difficile periodo in Germania e a Corboba

I tre “covid” contro cui ha combattuto Papa Francesco. Li racconta lui stesso nel suo nuovo libro “Ritorniamo a sognare”, che uscirà il 1 dicembre. “La Repubblica” e “La Stampa ne pubblicano oggi un estratto. Il libro, il cui testo è stato raccolto dal giornalista e scrittore Austen Ivereigh, sarà pubblicato in contemporanea da Piemme in Italia.

Il primo “covid” di Papa Francesco

«Nella mia vita ho avuto tre situazioni “Covid”: la malattia, la Germania e Córdoba».

«Quando a 21 anni ho contratto una grave malattia, ho avuto la mia prima esperienza del limite, del dolore e della solitudine – scrive Papa Francesco nel nuovo libro – per mesi non ho saputo chi ero, se sarei morto o vissuto. Nemmeno i medici sapevano se ce l’avrei fatta. Era il 13 agosto 1957. Per prima cosa mi estrassero un litro e mezzo di acqua da un polmone, poi restai a lottare tra la vita e la morte. A novembre mi operarono per togliermi il lobo superiore destro del polmone. So per esperienza come si sentono i malati di coronavirus che combattono per respirare attaccati a un ventilatore».

BERGOGLIO
Family Bergoglio
Il giovane Jorge Bergoglio.

“La consolazione a buon mercato”

Bergoglio ricorda in particolare l’episodio di due infermiere che «mi hanno insegnato che cosa significa usare la scienza e saper andare anche oltre per rispondere alle necessità specifiche».

«Da quella esperienza ho imparato un’altra cosa: quanto sia importante evitare la consolazione a buon mercato. Le persone mi venivano a trovare e mi dicevano che sarei stato bene, che non avrei mai più provato tutto quel dolore: sciocchezze, parole vuote dette con buone intenzioni, ma che non mi sono mai arrivate al cuore”. A differenza di un’insegnante che “venne a vedermi, mi prese per mano, mi diede un bacio e se ne stette zitta per un bel po’. Poi mi disse: “Stai imitando Gesù”. Non c’era bisogno che aggiungesse altro. La sua presenza, il suo silenzio, mi donarono una profonda consolazione».

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Il secondo “covid”

Papa Francesco parla poi di ciò che chiama “il Covid dell’esilio”.

“Il periodo tedesco, nel 1986. Ci andai per studiare la lingua e a cercare il materiale per concludere la mia tesi, ma mi sentivo come un pesce fuor d’acqua. Ricordo il giorno in cui l’Argentina vinse i Mondiali. Non avevo voluto vedere la partita e seppi che avevamo vinto solo l’indomani, leggendolo sul giornale. Era la solitudine di una vittoria da solo, perché non c’era nessuno a condividerla; la solitudine di non appartenere, che ti fa estraneo. Ti tolgono da dove sei e ti mettono in un posto che non conosci e in quel mentre impari che cosa conta davvero nel luogo che hai lasciato”.




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Il terzo “covid”

Papa Francesco nel nuovo libro afferma poi che “a volte lo sradicamento può essere una guarigione o una trasformazione radicale”.

“Così è stato il mio terzo “Covid”, quando mi mandarono a Córdoba dal 1990 al 1992. In quella residenza gesuita trascorsi un anno, dieci mesi e tredici giorni. Celebravo la Messa, confessavo e offrivo direzione spirituale, ma non uscivo mai. Fu una specie di quarantena, di isolamento, come nei mesi scorsi è successo a tanti di noi, e mi fece bene. Uno sradicamento di quel tipo, con cui ti spediscono in un angolo sperduto e ti mettono a fare il supplente, sconvolge tutto. Le tue abitudini, i riflessi comportamentali, le linee di riferimento anchilosate nel tempo, tutto questo è andato all’aria e devi imparare a vivere da capo, a rimettere insieme l’esistenza”.




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La preghiera, le tentazioni, la lettura

Di quel periodo, oggi al Papa colpiscono in particolare tre cose.

“Prima, la capacità di pregare che mi è stata donata. Seconda, le tentazioni che ho provato. E terza che allora mi sia capitato di leggere i trentasette tomi della “Storia dei Papi” di Ludwig Pastor. Da dove sono adesso mi domando perché Dio mi avrà ispirato a leggere proprio quell’opera in quel momento. Con quel vaccino – chiosa Papa Francesco nel nuovo libro “Ritorniamo a sognare” – il Signore mi ha preparato. Una volta che conosci quella storia, non c’è molto che possa sorprenderti di quanto accade nella curia romana e nella Chiesa di oggi. Mi è servito molto!”.




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