Da Paolo VI a Papa Francesco: il Rapporto spiega perché solo nel 2017 sono usciti allo scoperto gli abusi sessuali commessi dall’ex cardinale McCarrick
Rapporto McCarrick: ecco le coperture che fino al 2017 hanno tutelato un importante cardinale dalle accuse di pedofilia.
Il Vaticano, con il benestare di Papa Francesco, ha pubblicato, per la prima volta, un Rapporto dettagliato su un suo membro apicale, implicato in un processo per abusi sessuali. Si tratta dell’ex porporato americano Theodore McCarrick, dimesso dallo stato clericale nel 2018. La stesura del Rapporto è stata sollecitata e disposta da Francesco il 6 ottobre 2018.
“Nessun limite all’esame dei documenti”
L’esame dei documenti su McCarrick, si legge nel Rapporto, «è avvenuto in conformità con le suddette istruzioni del Santo Padre e sotto la cura della Segreteria di Stato. Nessun limite è stato posto a tale esame, alle domande rivolte ai testimoni o all’utilizzo delle risorse necessarie allo svolgimento delle indagini». La Segreteria di Stato, avendo ora concluso il lavoro, ne illustra i risultati nel “Rapporto sulla conoscenza istituzionale e il processo decisionale della Santa Sede riguardante l’ex Cardinale Theodore Edgar McCarrick (dal 1930 al 2017)” .
I fatti chiave e il processo decisionale della Santa Sede esposti nel Rapporto, riguardano l’ex cardinale McCarrick, dalla sua promozione all’episcopato nel 1977, fino alle accuse. La più grave, denunciata nel 2017, cioè l’abuso sessuale di un minore agli inizi degli anni ’90.
La nomina di Paolo VI
Dopo un ampio esame del suo background, nel 1977 Papa Paolo VI nominò Monsignor Theodore McCarrick Vescovo Ausiliare di New York. La maggior parte degli informatori, consultati durante l’indagine canonica, raccomandarono caldamente McCarrick per la promozione all’episcopato. Nessuno riferì di aver assistito o sentito parlare del fatto che McCarrick si comportasse in modo improprio, né con adulti né con minori.
Le doppia decisione di Giovanni Paolo II
Papa Giovanni Paolo II nominò McCarrick Vescovo di Metuchen (1981) e Arcivescovo di Newark (1986). Le decisioni si basarono sulla sua formazione, le sue capacità e i risultati da lui raggiunti. Durante il processo di nomina, McCarrick fu ampiamente lodato come Vescovo pastorale, intelligente e zelante, e non emersero informazioni credibili che suggerissero una condotta scorretta da parte sua
Ecco come è stato nominato cardinale nel 2001
L’Arcivescovo McCarrick fu nominato a Washington alla fine del 2000 e creato Cardinale all’inizio del 2001. La documentazione evidenzia che Papa Giovanni Paolo II prese personalmente la decisione di nominare McCarrick.E lo fece dopo aver ricevuto il parere di diversi consiglieri di fiducia su entrambe le sponde dell’Atlantico.
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Le 4 accuse contro McCarrick
Al momento del suo trasferimento a Washington, osserva il Rapporto, le accuse contro McCarrick rientravano generalmente in quattro categorie:
(1) Prete 1, della Diocesi di Metuchen, affermò che nel giugno 1987 aveva notato l’attività sessuale di McCarrick con un altro sacerdote e che McCarrick tentò di fare lo stesso con lui in seguito quell’estate.
(2) una serie di lettere anonime, inviate alla Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, al Nunzio Apostolico e a vari Cardinali negli Stati Uniti negli anni 1992 e 1993, accusavano McCarrick di pedofilia con suoi “nipoti”.
(3) si sapeva che McCarrick avesse condiviso il letto con giovani uomini adulti nella residenza del Vescovo a Metuchen e Newark.
(4) si sapeva che McCarrick avesse condiviso il letto con seminaristi adulti in una casa al mare sulla costa del New Jersey.
Queste accuse furono riassunte, in termini generali, in una lettera del 28 ottobre 1999 del cardinale O’Connor, Arcivescovo di New York, al Nunzio Apostolico, e poco dopo furono comunicate a Papa Giovanni Paolo II.
Le prime indagini di Giovanni Paolo II
Su richiesta di Giovanni Paolo II, da maggio a giugno 2000, Mons. Montalvo, allora Nunzio negli Stati Uniti, interpellò per iscritto quattro Vescovi del New Jersey allo scopo di stabilire se le accuse contro McCarrick fossero vere. Le risposte dei Vescovi all’inchiesta, si legge nel Rapporto, confermarono che McCarrick aveva condiviso il letto con giovani uomini, ma non indicavano con certezza che McCarrick avesse tenuto una qualche cattiva condotta sessuale.
“Informazioni non accurate”
Ciò che si sa ora, grazie alle indagini compiute per la preparazione del Rapporto, è che tre dei quattro Vescovi americani fornirono alla Santa Sede informazioni non accurate e incomplete, circa le accuse e la condotta sessuale di McCarrick con giovani adulti. Queste informazioni inesatte sembrano aver probabilmente influenzato le conclusioni dei consiglieri di Giovanni Paolo II e, di conseguenza, dello stesso Giovanni Paolo II.
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La richiesta di dimissioni nel 2006
Il Rapporto evidenzia ancora che in oltre due decenni di ministero episcopale, McCarrick venne riconosciuto come un Vescovo eccezionalmente laborioso ed efficace. Era in grado di gestire incarichi delicati e complessi, sia negli Stati Uniti che in alcune delle parti più difficili del mondo, compreso l’ex blocco sovietico e, in particolare, la Jugoslavia.
Sulla base di nuovi particolari relativi alle accuse di Prete 1, alla fine del 2005, la Santa Sede cambiò drasticamente il suo orientamento. E cercò con urgenza un nuovo Arcivescovo per la sede di Washington, richiedendo a McCarrick di dimettersi “spontaneamente” dall’ufficio dopo la Pasqua del 2006. In quel periodo alla guida della Chiesa c’era Papa Benedetto XVI.
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I due rapporti di Viganò
Nei due anni successivi, si pensò a come affrontare le questioni riguardanti il Card. McCarrick. Durante il servizio in Segreteria di Stato, Mons. Carlo Maria Viganò scrisse due appunti d’ufficio, uno nel 2006 e l’altro nel 2008, allo scopo di portare all’attenzione dei Superiori le questioni relative a McCarrick.
I memorandum, prosegue il Rapporto, facevano riferimento alle accuse e alle voci sulla cattiva condotta di McCarrick durante gli anni ’80. E sollevavano preoccupazioni che potesse derivare uno scandalo per il fatto che le informazioni erano già ampiamente circolate. Osservando che le accuse rimasero non provate (“Si vera et probata sunt exposita”) e riconoscendo che, ai sensi del diritto canonico, solo il Papa poteva giudicare un cardinale, Viganò suggerì che si sarebbe potuto aprire un processo canonico per determinare la verità.
I motivi che hanno influiti sulla decisioni di Benedetto XVI
Una serie di fattori sembra aver influito sul fatto che Papa Benedetto XVI non ha avviato un procedimento canonico formale. Il Rapporto le riporta: 1) non c’erano accuse credibili di abusi sui minori; 2) McCarrick dichiarò nuovamente, sul suo “giuramento di vescovo”, che le accuse erano false; 3) gli addebiti di cattiva condotta con adulti si riferivano a fatti accaduti negli anni ’80; 4) e non vi erano indicazioni di alcuna cattiva condotta recente.
In assenza di sanzioni canoniche o di istruzioni esplicite da parte del Papa, McCarrick continuò le sue attività negli Stati Uniti e all’estero, il ministero pubblico attivo. In particolare il lavoro con il Catholic Relief Services (compresi i viaggi all’estero), le presenze a Roma per vari incontri o eventi, il servizio come membro di Dicasteri della Santa Sede.
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La “frenata” di Viganò
Verso la fine del Pontificato di Benedetto XVI, Prete 3, un altro sacerdote di Metuchen, informò Viganò, allora diventato Nunzio negli Stati Uniti, dell’introduzione della propria causa legale, affermando che nel 1991 c’erano stati rapporti sessuali espliciti tra lui e McCarrick. Viganò scrisse al Card. Marc Ouellet, il nuovo Prefetto della Congregazione per i Vescovi, nel 2012. E Ouellet gli diede istruzioni per compiere certi passi, incluso quello di fare un’inchiesta con specifici Officiali diocesani e con Prete 3, allo scopo di determinare se le accuse erano credibili.
Viganò, sottolinea il Rapporto, non fece questi passi e, di conseguenza, non si mise mai nelle condizioni di accertare la credibilità di Prete 3.
Papa Francesco e McCarrick
Né Papa Francesco, né il Card. Parolin, né il Card. Ouellet revocarono o modificarono le precedenti “indicazioni” relative alle attività o al luogo di residenza di McCarrick. Che, in generale, durante questo periodo, continuò la sua opera religiosa, umanitaria e caritativa.
In poche occasioni, le continue attività di McCarrick e l’esistenza di precedenti indicazioni furono accennate a Papa Francesco dal Sostituto Angelo Becciu e dal Segretario di Stato Pietro Parolin.
La disputa con Viganò
Nel 2018, per la prima volta, il Nunzio Viganò ha affermato di aver fatto menzione della questione di McCarrick negli incontri con il Santo Padre del giugno e dell’ottobre 2013, ma nessun documento supporta il racconto di Viganò, e le prove su ciò che ha detto sono oggetto di ampia disputa.
Prima del 2018, afferma il Rapporto, Francesco inoltre, non ha mai discusso delle accuse di pedofilia a McCarrick neppure con Ouellet, che era il Prefetto del Dicastero competente in materia, o con il Papa emerito Benedetto XVI.
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Ecco perché fino al 2017 non si è mosso nulla
Fino al 2017, nessuno – né il Card. Parolin, né il Card. Ouellet, o l’Arcivescovo Becciu o l’Arcivescovo Viganò – ha fornito a Papa Francesco alcuna documentazione relativa agli addebiti contro McCarrick, comprese le lettere anonime risalenti ai primi anni ’90 o documenti relativi a Prete 1 o Prete 3.
Francesco aveva sentito dire soltanto che c’erano stati addebiti e voci relativi a una condotta immorale con adulti, avvenuta prima della nomina di McCarrick a Washington. Ritenendo che le accuse fossero già state esaminate e respinte da Giovanni Paolo II, benché consapevole che McCarrick fosse in attività durante il Pontificato di Benedetto XVI, Francesco non vide la necessità di modificare la linea adottata negli anni precedenti.
La dimissione dallo stato clericale
Nel giugno 2017, l’Arcidiocesi di New York apprese la prima accusa conosciuta di abuso sessuale di una vittima di età inferiore ai 18 anni compiuto da McCarrick agli inizi degli anni ’70. Poco dopo che l’accusa fu ritenuta credibile, Papa Francesco chiese le dimissioni di McCarrick dal Collegio dei Cardinali.
A seguito di un procedimento penale amministrativo condotto dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, McCarrick fu giudicato colpevole di atti contrari al Sesto Comandamento del Decalogo che hanno coinvolto minori e adulti, e su tale base venne dimesso dallo stato clericale.