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L’anima di un santo, campo di battaglia tra bene e male, tra Dio e demoni

san giovanni della croce

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San Giovanni della Croce.

Aleteia - pubblicato il 10/11/20

Santa Teresa d'Avila e San Giovanni della Croce sulle tentazioni demoniache e come resistervi

Santa Teresa d’Avila e San Giovanni della Croce sono stati due tra i più grandi mistici spagnoli, e il loro insegnamento è più che mai attuale e utile per affinare la propria vita spirituale e lottare contro il maligno.

Entrambi hanno affrontato la questione delle tentazioni demoniache, anche se nei suoi scritti Giovanni della Croce non si riferisce mai ad apparizioni diaboliche personali, mentre Teresa descrive come il diavolo le sia apparso varie volte e in diverse forme: un giorno era “un orribile piccolo negro”, un altro “due demoni dall’abominevole aspetto” che sembravano “cingere con le loro corna la gola” di un povero sacerdote; un altro ancora, la santa vide un gran numero di demoni che afferravano sotto i suoi occhi il corpo di un dannato trascinandolo “dall’uno all’altro lato mediante grandi uncini”.

La santa, però, riconosceva che le visioni corporee esterne erano insolite, e che nella maggior parte delle apparizioni di angeli e demoni non riusciva a vedere niente, trattandosi quindi più che altro di visioni intellettuali.


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Il “campo di battaglia” delle anime sante

I due mistici, ricorda Catholic Culture, erano convinti che il diavolo si preoccupi più di far cadere un’anima che riceve grazie da Dio nella preghiera, che ha una notevole vita contemplativa, che quelle meno favorite. Per Giovanni della Croce, il demonio fa più attraverso un piccolo danno a un’anima elevata che mediante grandi danni ad anime di altro genere.

Visto che un’anima santa è in grado di portare molte persone in Paradiso, del resto, il diavolo fa di tutto per portarla alla perdizione.

Non appena il demonio iniziò a notare Teresa, la santa sopportò le terribili e sottili tentazioni della disperazione, della falsa umiltà e delle false paure, come anche quella di abbandonare la preghiera mentale. Queste tentazioni misero a rischio la pace della sua anima e l’amore per Dio.

Accanto all’importanza delle tentazioni demoniache, la santa Dottore della Chiesa ricordava anche il male che possono provocare le inclinazioni umane perverse e il cattivo umore, soprattutto se dovuto alla malinconia, termine usato in passato per descrivere la nevrosi.

Come diceva San Giovanni della Croce, “il diavolo sa approfittare molto bene della nostra natura e della nostra scarsa comprensione”, e usa il mondo e la carne per rafforzare il loro potere: “i demoni si rafforzano con questi altri due nemici, il mondo e la carne, per scatenare una guerra tremenda”.


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Le tentazioni demoniache

Il diavolo sa come sfruttare i nostri istinti e le nostre passioni, la debolezza della carne e il nostro orgoglio.

La tentazione demoniaca in genere influisce sugli aspetti psicosomatici – immaginazione, memoria, appetito sensoriale… -, importanti per controllare le nostre emozioni. Tentando questi aspetti, i demoni influiscono indirettamente sull’intelletto e la volontà. Per Giovanni della Croce, la più grande tentazione demoniaca avviene attraverso la memoria, e può durare a lungo, soprattutto nelle anime perse nella notte oscura dei sensi.

Oltre alle tentazioni ordinarie di immaginazione e memoria, le anime che sono a un buon punto nel cammino verso la perfezione sono oggetto anche di un altro tipo di tentazione. Il demonio sa che quella che provoca la caduta di un’anima elevata non può essere in genere una tentazione aperta, che viene facilmente respinta, mentre è efficace una delusione sotto l’apparenza del bene.

“Il diavolo arriva con le sue abili astuzie, e sotto l’aspetto di fare del bene lo mina in modi volgari”; “a poco a poco offusca la sua comprensione e indebolisce la volontà, e fa aumentare l’amor proprio al punto da far allontanare da Dio e da persuadere a indulgere nei propri desideri”, scriveva Teresa.

Per deludere le anime contemplative, il diavolo falsifica Dio. Le tentazioni ovvie sono camuffate da false apparizioni di santi, o da parole apparentemente sante. Come dice Giovanni della Croce, “il diavolo spesso fornisce al senso della vista immagini di santi e splendide luci… al senso dell’olfatto odori fragranti, e mette dolcezza nella bocca, e piacere nel senso del tatto. Fa tutto questo invogliando le persone attraverso questi oggetti sensoriali per indurle in molti mali”.

Teresa sperimentò queste tentazioni in varie occasioni, quando il diavolo tentò di presentarsi a lei come il Signore assumendo una falsa somiglianza con Lui.


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La forza della preghiera e della fede

Per San Giovanni della Croce, un’anima che vuole vincere la forza del diavolo non potrà farlo senza preghiera, e ha anche bisogno di umiltà, della quale il demonio è acerrimo nemico. Il mistico spagnolo notava che l’esca del diavolo è l’orgoglio, soprattutto quello derivante dalla presunzione spirituale.

La base della religione cristiana è poi la fede. I demoni diffondono errori e bugie per cercare di minare questa base, e secondo Giovanni della Croce per il diavolo la luce della fede è peggiore dell’oscurità.

“Quando l’anima è avvolta nella fede”, scriveva il mistico, “il diavolo non sa come ostacolarla e non ha successo nei suoi sforzi, perché la fede dà all’anima una forte protezione contro il diavolo, che è il nemico più potente e astuto”. Lo stesso San Pietro, del resto diceva parlando del diavolo “Resistetegli restando saldi nella fede” (1 Pt 5, 9).

Teresa e Giovanni della Croce non godevano del beneficio della nostra conoscenza della psicologia, ma erano dotati di un discernimento insolito, e sapevano che le apparenti manifestazioni demoniache erano spesso semplicemente il risultato di una malattia mentale, o “malinconia”, come sapevano che i demoni usano la debolezza umana e gli stati mentali avversi come strumenti per le loro tentazioni. Non è facile discernere quando una tentazione demoniaca è semplicemente psicologica e quando è sia psicologica che demoniaca.

Consapevoli della difficoltà di individuare l’aspetto demoniaco, i due mistici spagnoli raccomandavano la preghiera per vincere la forza del diavolo, e l’umiltà come e il ricorso alla luce di Dio per discernere i suoi inganni.

Il discernimento moderno degli spiriti non può ignorare la psicologia moderna, ma un approccio meramente psicologico a quanti sembrano colpiti da un’influenza demoniaca è incompleto, e dovrebbe essere sempre affiancato da un discernimento teologico.

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