L’arcangelo Michele è apparso più volte alla fondatrice della congregazione delle francescane missionarie di Maria Ausiliatrice. Le ha dato consigli e fatto richiamiSanta Bernarda Butler e san Michele, il Capo delle Milizie Celesti. Il loro è stato un rapporto nel segno del profondo misticismo: l’arcangelo le è stato vicino negli ultimi anni di vita, come un “amico”, un consigliere spirituale. Lo testimoniano gli scritti molto dettagliati del biografo della santa.
Nel 1922, Madre Bernarda risente il peso degli anni: a settantaquattro anni, la sua salute non è più quella della solida contadina svizzera che era prima di farsi religiosa. Rimasta quasi un quarto di secolo alla testa della congregazione delle francescane missionarie di Maria Ausiliatrice, ch’ella ha fondata per obbedienza all’autorità ecclesiastica, a costo di dolorosi strappi, ella subisce il contraccolpo delle innumerevoli difficoltà e contraddizioni che ha incontrati per consolidare la sua opera.
Il distacco dalla congregazione
Se l’attrattiva per le missioni le ha fatto lasciare il suo paese natale nel 1888, ella non mirava un istante di separarsi dalla sua famiglia religiosa. Dove ha passato vent’anni della sua vita, e che ella ha diretto per otto anni. Ma Dio, tramite la voce della Chiesa, ha richiesto questo distacco radicale, come ha permesso che dalla sua nuova fondazione si distacchi a sua volta un altro ramo.
La relazione speciale con San Michele
In queste tribolazioni, che l’hanno portata dall’Equatore alla Colombia passando per il Brasile, la sua fede intrepida l’ha sostenuta. Nei momenti critici, ella si è rivolta con fiducia verso la Vergine Maria, come verso gli angeli. Madre Butler ne trattava con non meno familiarità con gli spiriti beati, in particolare il suo angelo custode, ed i santi arcangeli san Michele, san Gabriele e san Raffaele. Le relazioni tra Butler e l’arcangelo san Michele, portinsegna delle milizie celesti, rivestivano un carattere speciale.
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“Il grande santo angelo”
Avendo ottenuto due anni prima di essere tolta dal governo della congregazione, la Madre consacra il suo tempo e le sue forze alla preghiera e alle opere di carità. Al momento del ritiro annuale, San Michele si manifesta a Bernarda Butler in un modo nuovo. “Durante gli esercizi del 1922 – scrive il biografo – il “grande santo angelo”, come ella lo chiama, gli appare per la prima volta e si offre per servirle da guida e da protettore. A partire da allora, ella cammina sotto lo sguardo di quel glorioso vincitore del dragone infernale, che mai la lascia. Come un maestro severo, egli la ammonisce come commette il più piccolo errore, esige rudi penitenze per la minima imperfezione. La incita costantemente a compiere ogni tipo di opera buona, e la incoraggia a moltiplicare le preghiere di supplica”.
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Il mistero della carità
Durante i due anni che le restano da vivere, anni di purificazioni passive nella notte dello spirito, egli la forma ad un’alta santità, incoraggiandola nelle vie della perfezione, aprendole delle prospettive sempre più grandi nel mistero della carità. “Da parte sua, Madre Butler corrisponde alla condotta di San Michele con una fiducia filiale ed una profonda venerazione. Ella la invita ad accompagnarla quando riceve la comunione, con frequenti preghiere gli raccomanda la Santa Chiesa, i sacerdoti, i peccatori, le anime del purgatorio”.
La prigione di Madre Bernarda
Molto esigente, l’arcangelo si fa strumento delle ultime purificazioni che il Signore si aspetta da quest’anima per stabilirla nell’unione trasformante. “Ella chiamerà questi due anni durante i quali si esercita la severa disciplina di San Michele. Una vera prigione, ma una prigione che non causa nessuna angoscia, una prigione che procura la gioia e la pace del cuore”.
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La scoperta all’esumazione del corpo
Ella muore il mattino del 19 maggio 1924 nell’ora precisa in cui ella riceveva ogni giorno la santa comunione, in una grande pace malgrado le sofferenze che le causa la sua ultima malattia. All’esumazione dei suoi resti, nel 1926, si scoprirà sull’osso frontale una croce incisa molto nettamente, segno post mortem della sua unione alla Passione del Salvatore, da cui ella aveva ricevuto una volta le stigmate. Madre Bernarda è stata beatificata nel 1995.
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