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San Michele arcangelo salvò un santo dall’aggressione di bulli

SAINT MICHEAL

Domaine Public

San Michele, l'angelo guerriero: è lo spirito celeste che ha combattuto contro il diavolo, in una battaglia durissima raccontata nell'Apocalisse.

don Marcello Stanzione - pubblicato il 20/10/20

Il protagonista di questa storia è San Luigi de Monfort. La beata Oringa Menabuoi, invece, ha beneficiato di un picnic organizzato dall'arcangelo Michele

San Michele arcangelo ha da sempre attratto molte anime del cristianesimo. Illuminate da quelle luci soprannaturali con cui Dio si compiaceva inondarle, esse vedevano quanto quella devozione fosse utile nella pratica della vita cristiana. Ecco due casi in cui l’intervento di san Michele, nei confronti di quelle anime, si è rivelato curioso, ma molto efficiente!

La confidenza di San Luigi de Monfort ad una suora

Molto tempo prima di affrontare le grandi imprese nelle quali risente visibilmente la protezione del Capo delle milizie celesti, san Luigi Maria Grignion de Monfort (è stato canonizzato il 20 luglio 1947) aveva spesso manifestato la sua assoluta fiducia in san Michele. Egli era convinto che l’arcangelo vegliasse sulle sue imprese e su tutte le sue strade. Ne fece confidenza a suor Maria Luisa di Gesù che doveva essere tante volte la confidente dei suoi pensieri e che divenne, su sua ispirazione e sua direzione, la fondatrice dell’istituto delle Figlie della Sapienza.

SAINT LOUIS MARIE DE MONFORT
Floranne2006 CC BY SA 30 via Wikipedia

“San Michele è il mio difensore”

Questa convinzione gli dava una fiera sicurezza, e lo rendeva impassibile in presenza di incontri che avrebbero spaventato una persona normale. Un giorno, egli si trova in presenza di molti giovani empi che lo insultano e lo minacciano di percosse: “Amici miei, disse loro il santo con una calma che attestava la sua fede ardente, amici miei, io non temo nulla! San Michele è il mio difensore”. Questa parola bastò per disarmare i suoi nemici: essi si allontanarono come colti da un misterioso terrore.




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La beata Oringa Menabuoi e il picnic

Una volta, in favore della beata Oringa Menabuoi, San Michele improvvisò nei dintorni del suo santuario del Gargano un picnic campestre. Egli in tal modo giustificava una tradizione molto antica in vigore nel mondo angelico, secondo la quale gli spiriti celesti vengono in aiuto ai pellegrini ed ai viaggiatori sperduti. O ancora ai servi di Dio abbastanza dimentichi di se stessi per non prestar più attenzione alla fame legittima che prova all’ora dei pasti ogni essere umano. Già, in tempi più lontani, Dio aveva dato la manna al suo popolo errante nel deserto, e faceva nutrire il profeta Elia da degli uccelli: “I corvi gli portavano del pane la mattina e della carne la sera, ed egli bevevo nel torrente” (1Re 17, 6).

SAINT MICHEAL
Dervish Candela

San Michele Arcangelo

Non uno spirito qualunque. Forse san Michele?

Gli apocrifi riportano che Maria, durante il suo soggiorno al Tempio, riceveva dalla mano di un angelo il suo pasto quotidiano (cfr. Protovangelo di Giacomo): sicuramente, il Signore non andava a distaccare presso Colei che sarà sua Madre uno spirito celeste qualunque e, fino a prendere dei messaggeri alati, tanto scegliere i più eminenti tra di loro. Ma i testi non precisano la composizione dei menu, nè se si trattasse di san Michele.




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