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Come vuoi vivere: da amato o da autosufficiente?

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Sam Edwards | Getty Images

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 09/09/20

Bastare a se stessi è il grande motto dell’inferno, perché chi basta a se stesso è solo, e chi è solo è all’inferno anche se non lo sa.

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:

«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.

Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.4
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti». (Lc 6,20-26)

La versione che l’evangelista Luca dà delle beatitudini ha un dettaglio straordinario: “Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva (…)”. È guardando i propri discepoli che Gesù vede i poveri, gli affamati, i sofferenti, i perseguitati. Non è una lezione che sta dando a noi, ma una consapevolezza che sta dando di ciascuno di noi. Gesù è colui che vede la mia povertà, la mia fame, la mia sofferenza, la mia ingiustizia. E proprio perché la vede può anche riempirla di significato e trasformarla, così, in beatitudine. Infatti si è beati agli occhi di Dio non perché nella vita si è sfigati, ma perché qualunque cosa ci è dato da vivere, c’è Qualcuno che guarda la nostra vita e la ama così come, lì dove è. Ma fuori da quello sguardo entriamo in quel grande inganno del male che vuole convincerci, istillando in noi la menzogna, di “non avere bisogno di nessuno” per poter essere felici.Bastare a se stessi è il grande motto dell’inferno, perché chi basta a se stesso è solo, e chi è solo è all’inferno anche se non lo sa. Ecco perché al tono di compassione e vicinanza, Gesù aggiunge anche quello duro del rimprovero: “Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione. Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete. Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti”. Ognuno di noi, in quanto discepolo, si porta addosso la doppia possibilità di un destino di beatitudine o di perdizione. Dobbiamo scegliere come vogliamo vivere la nostra vita: se da amati, o da autosufficienti. L’amore implica l’accettazione di un bisogno che ci abita e che riguarda tutti, ricchi e poveri: è il bisogno di essere amati. Senza l’accettazione di questo bisogno che rende tutti noi umili e con le mani spalancate, possiamo vivere una vita soffocando questo bisogno, e cercando di riempirlo con ciò che amore non è. Chi vive così fa guai, e molto spesso si caccia nei guai.
Luca 6,20-26

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