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Gesù ha sempre lo sguardo fisso sulle persone che soffrono!

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Fausto Renda | Shutterstock

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 07/09/20

Una persona può considerarsi convertita non quando entra in relazione con le idee di Gesù, ma con il suo sguardo.

Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo.
Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo.
Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita.
Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù. (Lc 6,6-11)

Il passaggio di Gesù non lasciava indifferenti. In un modo o nell’altro le folle lo cercavano perché attratte dalla sua parola, o gli scribi e i farisei lo cercavano per trovare qualcosa per cui attaccarlo. È il caso del passo del Vangelo di oggi: “Un altro sabato egli entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. Ora c’era là un uomo, che aveva la mano destra inaridita. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato, allo scopo di trovare un capo di accusa contro di lui”. E’ talmente alta l’attenzione che egli suscita che chi è presente in quel luogo non comprende che per capire Cristo non bisogna entrare in paranoia con Lui, ma entrare in rapporto con ciò che per Lui è prioritario. Gli scribi e i farisei considerano prioritario trovare eresia nei ragionamenti di Gesù. Gesù, invece, considera prioritaria la sofferenza di un uomo che ha la mano paralizzata ed emarginato se ne sta in disparte: “Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano inaridita: «Alzati e mettiti nel mezzo!». L’uomo, alzatosi, si mise nel punto indicato. Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o perderla?». E volgendo tutt’intorno lo sguardo su di loro, disse all’uomo: «Stendi la mano!». Egli lo fece e la mano guarì”. Sembra un miracolo come tanti, ma la significatività di questo racconto è immensa.Una persona può considerarsi convertita non quando entra in relazione con le idee di Gesù, ma con il suo sguardo. Si può diventare tifosi o nemici della sua teologia, ma chi fa la differenza è chi considera le cose che per Lui contano. E Gesù ha sempre lo sguardo fisso sulle persone che hanno bisogno, che soffrono, che sono emarginate, sole, indifese, invisibili. Non è una scelta sociale a scapito del teologico, ma è una scelta essenziale per comprendere l’intima natura di Dio. Infatti se Dio è Amore allora questo Amore deve poter avere a che fare con tutto, soprattutto con chi sembra esserne escluso per le condizioni avverse che lo accompagnano.
Luca 6,6-11

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