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Scoprite tutte le 23 illustrazioni del nuovo Messale italiano

PRAYER MISSAL

Lawrence OP | CC

Giovanni Marcotullio - pubblicato il 01/09/20

Sarà obbligatorio dal 4 aprile 2021, ossia dalla prossima mattina di Pasqua, ma lo si potrà utilizzare già da adesso: attesa da dodici (se non da diciotto) anni, questa traduzione viene immediatamente scandagliata dalle più o meno benevole analisi di molti. Bando alle considerazioni superficiali, cogliamo l'occasione dataci nella pubblicazione del Nuovo Messale per familiarizzarci con questo straordinario strumento eucologico della comunità cristiana a partire dalle sue illustrazioni.

Finalmente abbiamo tra le mani il “nuovo Messale”, ovvero ne sfogliamo la traduzione italiana: agognatissima e nuova per questo, ma riferita a un testo che fu stabilito nel 2002 (sotto Giovanni Paolo II) ed emendato nel 2008 (sotto Benedetto XVI): anche questo un modo plastico per toccare con mano quanto gli eventi ecclesiali vivano soprattutto nel medio periodo, quando non nel lungo.

La traduzione del Padre Nostro e quella del Gloria sono sulla bocca di tutti da tempo (comunque troppo raramente si ricorda che essa dipende direttamente dalla traduzione CEI 2008 e che non si può pertanto imputare a “recenti manovre”): oggetto di minore attenzione sono stati altri cambiamenti rispetto al Messale ad oggi in uso (che è del 1975 e la cui traduzione italiana reca la data del 1983), e del resto è stato dichiarato che si è cercato di toccare meno possibile “le risposte dell’assemblea” per non entrare in conflitto con abitudini già care.

Consegnandolo a Papa Francesco lo scorso 28 agosto, il cardinale Bassetti, presidente della CEI, ha detto:

Ci abbiamo lavorato 18 anni. È un bambino che è diventato maggiorenne. Siamo contenti di poterle dire che questo è il suo Messale, perché lei fa la maggior parte delle celebrazioni nel Messale in lingua italiana. Riteniamo che questo sia un grande dono, e che rappresenti un rinnovamento e uno stimolo ad approfondirlo e studiarlo per tutti i sacerdoti.

Bassetti ha poi dichiarato di essere rimasto piacevolmente colpito dall’attitudine del Papa, che sembrava impaziente di sfogliarlo: l’avrebbe accolto «come una perla preziosa». Il Vescovo di Perugia ha poi spiegato:

Il libro del Messale non è soltanto uno strumento liturgico, ma un riferimento puntuale e normativo che custodisce la ricchezza della tradizione vivente della Chiesa, il suo desiderio di entrare nel mistero pasquale, di attuarlo nella celebrazione e di tradurlo nella vita. La riconsegna del Messale diventa così un’occasione preziosa di formazione per tutti i battezzati, invitati a riscoprire la grazia e la forza del celebrare, il suo linguaggio – fatto di gesti e parole – e il suo essere nutrimento per una piena conversione del cuore

Vogliamo riprendere questa sacrosanta e importante lezione sfogliando con e per voi la nuova traduzione del Messale: lo faremo partendo da ciò che in esso potreste non conoscere mai, non essendo soggetto a lettura né a traduzione drammatica – le immagini. Stando prevalentemente (se non esclusivamente) davanti al sacerdote e/o sull’altare, esso è praticamente sempre sottratto allo sguardo dell’assemblea (che ne vede perlopiù la sola copertina – rossa): effettivamente gli Evangeliarii erano e sono riccamente decorati all’esterno proprio per essere iconograficamente godibili dall’assemblea, durante le liturgie; lo sviluppo di «quell’arte / ch’alluminar è chiamata in Parisi» (Pg XI, 32-33) sarebbe stato contestuale alla “privatizzazione monastica” della produzione e dell’uso dei libri liturgici; nella modernità i libri liturgici più riccamente miniati oltre a sacramentarii e messali, infatti, sarebbero stati quelli “delle Ore” (che anche i laici utilizzavano).

La premessa era necessaria per dire che le illustrazioni non fanno parte di ciò che in un messale è indispensabile (e difatti l’editio typica – diciamo “l’originale latino” a cui tutti devono fare riferimento – non ne ha): la scelta della Cei è ricaduta sul pittore campano Domenico (detto “Mimmo”) Paladino, esponente della transavanguardia (conoscetelo con la bella intervista di Monica Mondo per Soul, qui sotto).

«Un’arte tradizionale che guarda al futuro – sintetizzava la Redazione di Tv2000 nel febbraio 2018 –, quella di Mimmo Paladino, che ricalca le figure degli archetipi per poi accentuarli con simboli etruschi, paleocristiani, greci e romani». Tali sono effettivamente gli elementi riscontrabili in non poche delle tavole da lui prodotte per il Messale.

La scelta di un artista italiano rinomato sul piano internazionale, e non dedito alla sola arte sacra, dice certamente un intento di dialogo col mondo e con l’italianità migliore che la cultura contemporanea riesca a produrre, lasciando cadere passatismi o ricerche esterofile. Sta bene, ed effettivamente le tavole di Paladino accompagnano in modo discreto e suggestivo la scorsa del Messale: si potrebbe muovere qualche rilievo puntuale (uno si trova all’interno della galleria, relativamente alla tavola sull’Assunzione di Maria) sulla semantica delle opere, ma è più un’osservazione generale quella a cui vorremmo attenerci qui, prima di passare alla rassegna delle tavole stesse. Bene rappresentare l’italianità, in un’opera espressamente destinata a un’utenza italofona; bene rappresentare la contemporaneità, in un’opera che non ambisce all’irreformabilità ma piuttosto ad essere un solido ausilio nel tempo presente. La cattolicità di un’opera liturgica, però, ha solo parzialmente a che fare con la cattolicità dell’autore (intesa come suo personale convincimento di fede, che anzi neppure è debito indagare): essa intende una questione di fondo per la quale la tensione dell’autore si protende non (passivamente) a reiterare schemi iconografici già dati, bensì (attivamente) a raccogliere nella propria opera la semantica di un popolo. A esprimere cioè – anche innovando – quel che il popolo cristiano sente. Non sembra che questo particolare elemento (pure fondamentale) sia ravvisabile nelle tavole che corredano il nuovo Messale – non in tutte ugualmente, almeno.

L’occasione comunque è ottima per assecondare l’auspicio del cardinal Bassetti (che certamente è proprio a moltissimi pastori zelanti): invitare una volta tanto tutti i membri dell’assemblea a sfogliare il Messale Romano, perché si rendano conto di che poderoso strumento (spesso usato al minimo) è stato disposto alla loro santificazione.

Scoprite in questa gallery tutte le 23 tavole del commento iconografico al nuovo Messale in italiano:

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