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Terrificante incidente: Valentino Rossi si affida a San Colombano. Perché?

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Fotogramma Gran Premio d'Austria

Jesús Colina - pubblicato il 17/08/20

Le dichiarazioni del grande pilota sono una testimonianza della nostra fragilità davanti ai pericoli imprevisti e del bisogno di affidamento alla Provvidenza…, con l’aiuto anche dei grandi testimoni che ci hanno preceduto.

Valentino Rossi era sconvolto questa domenica dopo un incidente terrificante: “Ho corso il rischio più grosso della mia carriera, il santo dei motociclisti ha fatto un grande lavoro”.

Le immagini dell’incidente parlano da sole. Possono guardarsi in questo video.

Uno dei motociclisti più grandi della storia, con nove titoli mondiali, 23 anni di carriera alle spalle, e più di 400 corse professionali…. riconosceva con umiltà la propria paura e fragilità.

Non si sa se il suo riferimento al “santo dei motociclisti” nasce da una personale devozione, o dal semplice fatto di sentirsi vivo per miracolo.

Ma le sue parole pongono una domanda ovvia: chi è il santo patrono dei motociclisti?

Motociclisti di vari paesi del mondo, hanno adottato come patrono san Colombano (etimologicamente il suo nome voleva dire Colomba Bianca), monaco irlandese vissuto tra il 540 e il 615, grande viaggiatore e fondatore di numerosi monasteri in Francia, Svizzera e Italia.




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La Federazione Motociclistica Italiana l’ha riconosciuto ufficialmente come santo patrono il 23 novembre 2002, in ricordo della sua vita perennemente in viaggio lungo l’Europa, alla ricerca di persone, esperienze e della trasmissione del messaggio cristiano. 

L’atto di affidamento nasce dalla natura stessa del motociclismo. I motociclisti, come Valentino Rossi, possono indossare il casco più tecnico, le imbottiture, la tuta in pelle e guardare la strada con cento occhi, ma se succede il fattaccio, se si incomincia a scivolare sull’asfalto bagnato, lassù c’è un fratello che si sentirà chiamato in causa per dare una mano, san Colombano.

Le virtù che hanno fatto grande a Colombano ispirano anche i motociclisti.

Prima di tutto, la capacità per mettersi in cammino, affrontando una vita avventurosa malgrado fosse un monaco.

In secondo luogo, la ferrea determinazione a non arrendersi di fronte alle avversità. 

Sono queste virtú che anche oggi ispirano i motociclisti, pronti a partire alla ricerca di nuove scoperte, senza timore di spostarsi da soli ma ugualmente disponibili a dividere gioie e fatiche con altri appassionati e, soprattutto, capaci di affrontare difficoltà apparentemente insormontabili pur di conquistare la meta prefissata. 

Uno spirito vissuto sempre nel rispetto dei fratelli: disponibili sempre a dare una mano, particolarmente quando c’è un incidente.




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