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La mistica Anna Moes e l’annuncio del suo angelo custode: avrai atroci sofferenze

Invocare il nostro angelo fa avvertire più vicina la sua protezione. La pratica dei "martedì" è raccomandata dalla Chiesa.

© Jose Luis Cernadas Iglesias / Flickr / CC

don Marcello Stanzione - pubblicato il 02/07/20

Sin da bambina, l'angelo «è stato tutto per me ed in me. Quando ero malata allora mi curava, ero stanca, allora mi rafforzava, quando ero triste e afflitta allora mi consolava»

La mistica dominicana Anna Moes (suor Maria Domenica Chiara della Santa Croce), nata nel 1832 a Bous nei pressi di Remich (Lussemburgo) e morta – dopo tante sofferenze vissute eroicamente, durante le quali poté somigliare a Cristo anche nelle stigmate – il 24 febbraio del 1895, nel monastero di Limpertsberg, da lei fondato, fu disconosciuta da viva e riabilitata solo dopo un processo ecclesiastico.

Fu guidata ed istruita sin da bambina, in maniera tangibile e spesso anche visibile, dal suo angelo custode, ma ebbe anche in generale rapporti particolarmente famigliari con gli angeli.

Una contemplazione continua

Scrisse nelle sue note autobiografiche al suo confessore: “L’amore e venerazione degli angeli mi furono trasmessi nel cuore sin dalla tenera età, maturando man mano che crescevo. La mia contemplazione per loro è continua, passano pochi attimi nei quali non penso e non parlo con loro, a volte con preghiere di ringraziamento, a volte con preghiere di richiesta. Non inizio nessuna opera, fosse essa anche insignificante, senza aver chiesto l’aiuto dei cari angeli. Dedico loro un giorno a settimana per venerarli in modo speciale; lo stesso giorno ricevo in loro onore la santa comunione”.

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Flickr.com/ Creative Commons/ © francesca66 - Francesca Degli Angeli

Dal giorno del battesimo

Il primo biografo di suora Chiara Moes, suo confessore da anni, J. P. Barthel, scrive: “Sin dal giorno del suo battesimo fu degnata di un rapporto presso- ché ininterrotto con il suo angelo custode. Dio gli affidò il compito di conferire al suo protetto la prima educazione alla vita spirituale. Doveva istruire Anna – il nome di battesimo della serva di Dio, Klara Moes – nella preghiera orale e contemplativa, soffocare le sue inclinazioni sbagliate, decorare il suo cuore di virtù, proteggere la sua anima dalle influenze del male e tenere lontano tutto ciò che avrebbe potuto compro- mettere la sua purezza ed ingenuità”.

“E’ ora di alzarti, il tuo sposo celeste ti chiama”

Una volta, la suora confessò: “Un padre ed una madre non possono prendersi più cura del loro figlio, di quanto non abbia fatto la mia guida, l’angelo custode, con me. Mi è stato padre per l’anima e il corpo e angelo consolatore in ogni afflizione. È stato tutto per me ed in me. Quando ero malata allora mi curava, ero stanca, allora mi rafforzava, quando ero triste e afflitta allora mi consolava, ero abbandonata, allora mi regalava la sua dolce presenza, quando ero afflitta da tempeste di dubbi, allora cercava di alleviarmele fin dove poteva; quando ero impegnata in un lavoro che superava le mie forze, allora accorreva in mio aiuto; nella preghiera era visibilmente a mio fianco e pregava con me, poi mi accompagnava nel lavoro. Mentre mi ordinò di dormire qualche ora la notte, si inginocchiò vicino al mio letto e pregava per me, quando arrivò il momento di alzarmi, mi svegliò con le dolci parole: ‘Bambina, è ora di alzarti; il tuo sposo celeste ti chiama al suo servizio; alzati e sacrificati alla sua volontà divina! Esegui tutto fedelmente e con precisione riguardo a ciò che ti chiede! Accetta tutto con il massimo amore e gratitudine dalle sue mani, sia esso dolce o amaro! Tutto ti sarà di grande utilità!”.

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UMB-O/Shutterstock
Non diventeremo un angelo custode quando moriremoGli angeli sono una parte separata della creazione di Dio, e noi non diventeremo un essere completamente nuovo quando moriremo. Rimarremo umani, e se ci verrà concessa la Visione Beatifica saremo trasfigurati e riceveremo il nostro corpo risorto alla fine dei tempi.

“Il Redentore ti manderà pesanti sofferenze”

L’angelo custode introdusse la ragazzina Anna Moes anche nella sua straordinaria professione: “Nell’ottobre del 1833 apparve a Anna Moes l’angelo custode e le fece vedere un cuore rosso avvolto da una corona di spine: ‘Non temere, cara bambina, il Santo Redentore ti ha prescelto per partecipare in modo singolare alle sofferenze che gli vengono inflitte da persone empie nella sua santa Chiesa. Sopravverranno grandi ed incessanti afflizioni su di loro. L’inferno mobiliterà tutta la sua forza, per far sì che gli stessi figli della Chiesa si ribellino contro di essa e la perseguitino. Gli uomini si faranno ingannare e tentare, e cominceranno a correre furibondi contro la loro madre, la Chiesa, credendo persino di fare grandi opere perseguendola al massimo, ma il Signore degli eserciti celesti li farà correre fino alla loro rovina. Vedi, mia cara bambina, per tutto ciò, il Redentore divino cerca consolazione e aiuto da parte tua. Ti manderà numerosissime e pesanti sofferenze, ma non ti negherà mai il suo aiuto“.

Incoraggiata anche dagli altri angeli

La sofferenza espiatoria destinata alla bambina ebbe inizio con una strana malattia agli occhi, che migliorò, un poco, solo nel 1840. Al suo posto si manifestarono, durante tutta la sua vita, altri dolori fisici e spirituali di qualunque genere. Anna Moes non solo veniva sempre consolata ed incoraggiata dal suo angelo custode, ma anche da altri angeli, perché il suo protettore un giorno le aveva detto “che il Signore le aveva mandato da ciascuno dei nove cori angelici il loro principe per proteggerla”. Anna, morì, in odore di santità nel 1895.


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