Le indagini sono nate lo scorso autunno da alcuni di casi abusi sui minori: attraverso il web contatti con pedofili anche in Svizzera e Austria. Un triste record per la città di Bergisch Gladbach
Nell’inchiesta sulla rete di pedofili partita dalla città di Bergisch Gladbach, in Germania, ci sono oltre 30 mila sospettati. Lo ha affermato il ministro della giustizia del Land del Nordreno-Vestfalia, Peter Bisenbach (Cdu), spiegando che si tratta di casi di possesso e diffusione di pornografia infantile ma anche di concreti casi di abusi (La Repubblica, 29 giugno).
«Vogliamo trascinare gli autori e i sostenitori degli abusi sui minori fuori dall’anonimato di Internet», ha detto il ministero (Agi, 29 giugno).
I primi abusi: padre e figlia
Le indagini sono nate lo scorso autunno da alcuni di casi abusi sui minori: in particolare da un uomo di 43 anni arrestato vicino Colonia per aver abusato della figlia, averla filmata e averne poi diffuso il video online. Attraverso questo singolo caso, la polizia ha rintracciato diverse chat in cui oltre 1.800 partecipanti si scambiavano contenuti pedopornografici (Il Fatto Quotidiano, 29 giugno).
Il luogo degli orrori: una casa a Munster
Al centro di questa rete un 27enne tecnico informatico, uno degli autori degli stupri, le cui immagini poi criptava e nascondeva dentro dei server, centinaia di terabyte non tutti ancora decriptati.
Il luogo degli orrori era una casa a Münster (città vicina a Bergisch Gladbach), di proprietà della madre, anche lei finita in manette. C’era un’apposita cabina dove venivano filmati i pesanti abusi sui minori, probabilmente sedati.
«Il 27enne è accusato di quindici abusi – dice il procuratore Martin Botzenhardt – ma vorrei sottolineare che questa è presumibilmente solo la punta dell’iceberg».
Vittime di 5, 10 e 12 anni
Le chat, stando agli inquirenti, avevano il loro epicentro in Germania, ma i contenuti viaggiavano anche in Austria e in Svizzera. I pedofili usavano questi canali per caricare i video delle violenze perpetrate, commentarle e incoraggiarsi a vicenda.
Fino ad ora, nel caso della rete scoperta a partire da Bergisch Gladbach erano stati identificati 72 sospettati.
Tra le vittime riconosciuti tre bambini di 5,10 e 12 anni, ora in custodia dei servizi sociali e seguiti dagli psicologi. I pedofili erano persone a loro vicine. Il tecnico informatico, il cui nome non è stato rivelato, era il “patrigno” del bambino di 10 anni. Coinvolti anche i genitori del bambino di 5 anni e uno zio del dodicenne (Euronews, 29 giugno).
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