Viaggio tra le monache di Vitorchiano (Viterbo), con la giovane suor Irene e l'anziana suor Augusta, che si stanno preparando per una nuova missione in Portogallo
Nel 1875 veniva fondata a San Vito, nei pressi di Torino, la prima Trappista femminile in Italia, da un piccolo gruppo di monache francesi. Segnata da una storia di povertà, dedizione e sacrificio, benedetta di vocazioni umili e sante, la comunità dovette attraversare non poche difficoltà e prove di ogni genere.
Trasferita nel 1898 nei pressi di Roma, a Grottaferrata, migrò di nuovo nel 1957 verso le belle distese dell’Alto Lazio, a Vitorchiano (VT), quando l’affluire delle giovani e le condizioni del vecchio monastero non rispondevano più alle esigenze della vita cistercense.
La comunità di Vitorchiano
Caratterizzata da una grande valorizzazione della Liturgia, della vita comunitaria, del sacrificio di sé nel servizio disponibile del lavoro e nell’ascesi, la comunità è composta da circa 75 monache, di tutte le età, provenienti da varie regioni d’Italia e anche da vari paesi del mondo.
Il lavoro di cui la comunità vive è prevalentemente agricolo – vigna, orto, ulivi, frutteti – accompagnato da un piccolo sviluppo artigianale con la produzione di marmellate e la diffusione di stampe di immagini e biglietti augurali (www.labottegadelmonastero).
Suor Augusta e suor Irene
Due di queste monache sono ora pronte per una nuova “avventura spirituale”. Sono le fondatrici e le “animatrici”, infatti, di un nuovo convento in Portogallo.
Suor Augusta, la più anziana, a 80 anni è stata la prima a dirsi pronta a partire. E suor Irene, tra le più giovani, sta studiando il portoghese con passione.
Che cosa significa volere una vita di clausura? Con che libertà tante ragazze giovani decidono in realtà di aprirsi a Dio e al mondo, dedicando tutta la loro vita? E quanto bisogno c’è oggi, come più di mille anni fa, di monaci e monache che ricostruiscano gli orti, i giardini, le biblioteche e le comunità, i cuori di quest’Europa che ancora si dice cristiana, ma ha dimenticato l’origine, e smarrita non sa dove andare.