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Ascoltare e amare, unica strada per non perdere l’essenziale della fede

HOLY INNOCENTS NEW YORK CITY 2019

Jeffrey Bruno

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 04/06/20

Gesù ci esorta a rompere la chiusura nell'autoreferenzialità e a metterci in gioco con tutto il cuore e la mente, non separando l'amore di Dio da quello al prossimo.

In quel tempo, si accostò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore;
amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza.
E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questi».
Allora lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v’è altri all’infuori di lui;
amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso val più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. (Mc 12,28-34)

La domanda posta dallo scriba nel Vangelo di oggi è la famosa domanda da un milione di dollari: “Qual è il primo di tutti i comandamenti?”. Che è un po’ come dire: “dopo fiumi di teologie, di comandamenti e di pratiche religiose, qual è la cosa che conta di più?”. Gesù risponde da manuale ma mettendo insieme due cose importanti: “Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questi»”. Prima di spostare l’attenzione sul contenuto che Gesù indica forse la vera risposta la si trova nei due verbi usati: ascoltare e amare. La fede vale essenzialmente per questi due verbi.

Infatti l’ascolto è il verbo che ci strappa dalla tentazione di rimanere al chiuso dei nostri ragionamenti, dell’autoreferenzialità. La persona che ascolta è colei che ha aperto un varco nel suo io ripiegato su sé stesso. Il verbo amare invece è il verbo che coinvolge la persona nella sua totalità: “con tutto il cuore, la mente e la forza”. Rompere la chiusura e mettersi in gioco nella totalità è l’essenziale vero della fede. Ma l’altra dimensione che emerge dalla risposta di Gesù è la riconciliazione che Egli porta tra il verticale e l’orizzontale. Il primo comandamento consiste nel non separare l’amore a Dio e l’amore al prossimo. È infatti dalla separazione di questi due amori che nascono quelle patologie della fede che rendono il credente o troppo spiritualista o semplicemente un operatore sociale. Amare Dio non può escludere amare il prossimo, e amare il prossimo non può prescindere dall’amore a Dio ma anche dall’amore di se stessi. Così Gesù in un colpo solo ripropone la logica dei tre amori (a Dio, al prossimo e a se stessi) come unica strada possibile per non perdere di vista l’essenziale della fede. Fare questo vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici.

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