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La fonte miracolosa dove l’arcangelo Michele ha guarito il giovane Diego

SAINT MICHEAL

Dervish Candela

San Michele Arcangelo

don Marcello Stanzione - pubblicato il 01/05/20

Si trova in Messico, vicino alla "città degli Angeli". L'acqua benedetta è diventata famosa dopo il miracolo di San Michele del 25 aprile 1631

Un giovanissimo indio di sedici-diciassette anni, considerato da tutti buono e virtuoso, di nome Diego Lazáro, viveva nel villaggio messicano di Santa Maria della natività, non molto distante da Puebla, detta la «città degli Angeli».

Il 25 aprile del 1631, il primo anno dopo il suo matrimonio, partecipando a una processione in onore di San Marco apparve, a lui solo, l’arcangelo San Michele che gli comandò di rivelare agli altri indios che in una balza tra due cerri, sotto una rupe, molto vicino al villaggio dove Diego era nato, avrebbe trovato una fonte di acqua miracolosa, fatta sgorgare dall’arcangelo, che avrebbe guarito ogni sorta di infermità.

La malattia

Diego, terminata l’apparizione celeste, temendo di non essere creduto, non disse neppure ai suoi genitori quello che San Michele gli aveva rivelato. Ma trascorso qualche giorno, improvvisamente si ammalò in modo talmente grave da giungere in punto di morte. i suoi cari avevano ormai perso la speranza che egli potesse vivere ancora per qualche giorno.

SAINT MICHEAL
Domaine Public
Saint Michel archangel

Come un lampo

I genitori e i parenti lo assistevano nell’agonia quando, verso la mezzanotte del 7 maggio, vigilia della festa delle apparizioni di San Michele alla grotta del Gargano in Italia, si manifestò nella stanza del moribondo un grande splendore, come di un lampo. Questa luce misteriosamente intensa intimorì tutti i presenti che scapparono lasciando solo l’in- fermo. poi però, temendo che potesse bruciare la costruzione fatta di giunchi, rientrarono per spegnere l’eventuale incendio.

Appena rientrati, lo splendore cessò e trovarono Diego, che già piangevano come morto, che iniziò a parlare con tale rinnovata energia e salute da far gridare tutti al miracolo.

Era apparso San Michele

Diego disse loro che non dovevano più preoccuparsi per la sua salute in quanto già stava bene perché gli era apparso l’arcangelo San Michele, circondato da grandi raggi di luce, e gli aveva donato la guarigione totale, anzi addirittura l’aveva portato con sé, senza che lui sapesse spiegarsi come, a una balza non troppo lontana.

L’arcangelo precedeva Diego ed emanava una tale luce che sembrava di essere in pieno giorno e dinanzi allo spirito celeste i rami degli alberi si piegavano e i monti si aprivano per farli passare.

La bacchetta d’oro

San Michele, fermandosi in una balza, disse che sotto la rupe che toccò con una bacchetta d’oro, che aveva in mano, stava la fonte dell’acqua miracolosa che già gli aveva rivelato e che stavolta senza timore ed esitazione lo manifestasse anche agli altri cristiani, altrimenti lo avrebbe gravemente castigato, e che l’infermità che lo aveva precedentemente colpito era dovuta alla sua disobbedienza.

Un turbine di venti

Dopo che l’arcangelo ebbe parlato, improvvisamente si levò un turbine spaventoso di venti con fortissimo rumore che terrorizzò Diego.

Ma San Michele lo rincuorava, dicendogli che non doveva temere ciò che facevano i demoni con il loro fracasso perché erano risentiti già in anticipo per i grandi benefici che i fedeli cattolici avrebbero ricevuto in quel luogo, perché molti, vedendo i miracoli che là si operavano, si sarebbero convertiti e avrebbero fatto penitenza dei loro peccati, mentre coloro che con fede viva e dolore delle loro colpe passate si fossero recati a quella fonte avrebbero trovato rimedio ai loro travagli.

La grande luce dal cielo

Mentre l’arcangelo affermava questo, dal cielo discese su quel luogo una grande luce che indicava che dio lo aveva scelto per la guarigione degli ammalati. San Michele però gli disse che per volere dell’Altissimo solamente lui, Diego Lazáro, sarebbe stato capace di togliere la rupe che stava sopra la fonte.

Dopo queste parole la visione scomparve e Diego non riusciva a spiegare come tutto ciò fosse avvenuto, ma una cosa era certa, stava ormai quasi per morire ed era miracolosamente guarito.

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La fonte miracolosa

Alcuni giorni dopo Diego, completamente ristabilitosi, andò insieme a suo padre sul luogo dove San Michele gli aveva indicato la fonte d’acqua miracolosa. I due indios da soli riuscirono a togliere con facilità la rupe che copriva la fonte, spingendola di lato e questo fatto avallò le parole dell’arcangelo perché la rupe era talmente grande che sarebbero occorsi numerosi uomini esperti per rimuoverla. tutto ciò confermò la verità dell’apparizione e i due indios iniziarono a parlare pubblicamente di questa fonte miracolosa.

Ovviamente giunsero numerosi ammalati: ciechi, zoppi e storpi che lavandosi con l’acqua di quella fonte subito risultarono guariti.

La guarigione con l’acqua benedetta

Passati alcuni mesi lo stesso Diego Lazáro si ammalò di nuovo assai gravemente, ma precedentemente l’indio aveva rivelato ai suoi parenti che non si impressionassero della sua malattia perché Dio la permetteva affinché essi ancora di più credessero nell’efficacia guaritrice dell’acqua della fonte di San Michele per cui gli dessero da bere quell’acqua santa come unico rimedio al momento della sua infermità.

Diego stette per ben quattro giorni senza il battito del polso e senza poter parlare. Allora i parenti gli diedero da bere un’altra acqua ma non avvenne alcun miglioramento, ma appena invece bevve l’acqua della fonte miracolosa di San Michele recuperò subito le forze e riacquistò perfetta salute.

La chiesa

Su quel luogo benedetto si costruì poi una chiesa dedicata all’arcangelo e intitolata a San Miguel del Milagro dove ogni anno, come succede per i devoti della Madonna a Lourdes e a Fatima, milioni di messicani si recano in devoto pellegrinaggio.


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