Gli angeli ispirano ai sacerdoti le opportune parole di conforto e di speranza per sollevare lo spirito del moribondo durante l’agonia
Con la morte che cosa succede al nostro corpo e alla nostra anima? Secondo la Dottrina Cattolica ogni essere umano nell’ora dell’agonia combatterebbe una lotta impari contro l’assalto dei demoni se Dio, nella sua bontà, non gli inviasse in soccorso quegli esseri meravigliosi che sono gli angeli.
Quando parlo di angeli mi riferisco agli angeli buoni, cioè ad esseri personali, che lodano Dio, lo servono, aiutano gli uomini, anzi sono i migliori loro amici, e che sono uniti con i santi nell’eterna felicità del Cielo.
L’agonia di Virgilio e San Filippo Neri
Nella vita di san Camillo De Lellis, scritta da uno dei suoi primi biografi, il padre Sanzio Cicatelli, viene confermato l’importante ruolo svolto dagli angeli a favore di ogni persona specialmente al momento del trapasso tra la morte e la vita.
Gli angeli ispirano ai sacerdoti le opportune parole di conforto e di speranza per sollevare lo spirito del moribondo durante l’agonia.
Scrive il padre Cicatelli nella biografia del santo fondatore dei Ministri degli Infermi (meglio conosciuti come padri camilliani):
«…A maggior sostegno di ciò voglio riferire la testimonianza di san Filippo Neri. Il quale trovandosi presente nell’agonia del signor Virgilio di Crescenzo, patrizio romano e gentiluomo di famosa bontà, disse a un nostro sacerdote, Claudio Vincenzo, anche lui presente alla detta agonia: “Padri, attendete pure di buon animo a questo santo ufficio di carità verso i morenti perché io vi dico, per vostra consolazione, che ho visto gli angeli santi mettere le parole in bocca ad uno dei vostri mentre raccomandava l’anima ad un altro morente dove anche io mi trovavo presente”».
L’Unzione degli infermi
Sono sempre gli angeli che ispirano l’idea ai sacerdoti di portare i sacramenti dell’Eucaristia e dell’Unzione degli Infermi a persone morenti in luoghi solitari.
L’angelo custode assiste ogni uomo e ogni donna, durante tutta la sua esistenza senza abbandonarlo mai; se nonostante ciò le persone patiscono tribolazioni e cadono in peccati, ciò non si deve spiegare con un abbandono da parte dell’angelo, ma perché la custodia angelica si conforma all’ordine universale della divina provvidenza, che non vuole eliminare ogni dolore dal nostro mondo né impedire ogni peccato.
L’accompagnamento dell’anima
La custodia angelica non è del tutto inefficace, neppure in quei grandi peccatori, che difatti si dannano, perché non fanno al prossimo tutto quel male che farebbero se non fossero trattenuti dagli angeli.
Gli angeli, che hanno assistito gli uomini durante la loro vita sulla terra, hanno ancora un compito importante da svolgere, al momento della loro morte. È assai interessante notare come la Tradizione biblica e la tradizione filosofica greca si armonizzino sulla funzione degli Spiriti “psicagoghi”, cioè degli angeli che hanno il compito di accompagnare l’anima all’ultimo destino.
Gli angeli di Adamo
I rabbini ebrei insegnavano che possono essere introdotti in cielo soltanto quelli la cui anima è portata dagli angeli. Nella Parabola famosa del povero Lazzaro e del ricco epulone, è lo stesso Gesù che attribuisce agli angeli questa funzione. “Il mendicante morì e f u portato dagli angeli nel seno di Abramo” (Lc 16,22). Nella lettura apocalittica giudaico-cristiana dei primi secoli si parla di tre angeli “psycopompes”; che coprono il corpo di Adamo (cioè dell’uomo) “con lini preziosi e lo ungono con olio fragrante; poi lo mettano in una grotta rocciosa, dentro una fossa scavata e costruita per lui. Ivi resterà fino alla resurrezione finale”.
Allora comparirà Abbatan, l’Angelo della morte, per avviare gli uomini in questo viaggio verso il giudizio; in gruppi diversi secondo le loro virtù, sempre guidati dagli angeli.
Gli attacchi respinti
La morte fissa il nostro eterno destino; in quel momento decisivo, la missione dell’Angelo custode raggiunge il suo punto culminante; e nelle preghiere degli agonizzanti, la Chiesa l’invoca per respingere gli attacchi che il demonio, nel suo odio, non può mancare di scatenare contro un corpo debilitato, una volontà affievolita e un’intelligenza oscurata.
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