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Il Golgota, luogo della crocifissione di Gesù

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J.P. Mauro - pubblicato il 08/04/20

Le scoperte archeologiche suggeriscono che conosciamo il sito esatto da più di 1.600 anni

Nei Vangeli, il luogo in cui Cristo venne portato per essere crocifisso è spesso indicato come Golgota, termine ebraico che, come spiega Philip Kosloski di Aleteia, significa “luogo del cranio”. Lo stesso luogo è molte volte indicato come Calvario, e la sua ubicazione è stata a lungo oggetto di discussione tra gli esperti.

Oggi la chiesa del Santo Sepolcro si erge sul luogo in cui si crede si trovasse la collina biblica del Golgota, ma la sua ubicazione entro gli attuali confini cittadini ha suscitato un acceso dibattito sulla sua autenticità. Secondo le abitudini sia ebraiche che romane di duemila anni fa, le esecuzioni dovevano aver luogo al di fuori della città, e questo avrebbe significato che anche il Golgota fosse situato al di fuori di Gerusalemme.

Nel numero di maggio/giugno 2016 della Biblical Archeology Review, Marcel Serr e Dieter Vieweger spiegano che questo ragionamento ha creato una discrepanza, visto che la chiesa del Santo Sepolcro è situata all’interno degli attuali confini di Gerusalemme. È emerso chiaramente che per porre fine al dibattito le antiche mura di Gerusalemme avrebbero dovuto essere scoperte e paragonate all’ubicazione del Santo Sepolcro.




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A questo scopo è stato avviato uno sforzo archeologico che ha portato a individuare due possibili candidati: la menzionata chiesa del Santo Sepolcro e la chiesa del Redentore, dove durante la costruzione dell’edificio nel 1893 è stata scoperta un’altra antica struttura in pietra soprannominata “Secondo Muro”.

Un attento esame del “Secondo Muro” sotto la chiesa del Redentore, però, ha portato gli esperti a stabilire che non avrebbe potuto essere il muro cittadino della Gerusalemme dell’epoca biblica. Questa conclusione è stata raggiunta basandosi su due fattori: la constatazione che il muro fosse spesso solo un metro e mezzo, il che è troppo poco per le mura della città, e la sua datazione, individuata nel IV secolo d.C..

Gli archeologi, dall’altro lato, hanno trovato prove dell’autenticità della chiesa del Santo Sepolcro sotto forma di vestigia di attività agricole. Questo fatto supporta quello che sappiamo della regione dai racconti biblici dei Vangeli, ovvero che le zone circostanti il luogo della crocifissione venivano usate a scopo agricolo. Resti di cave di pietra a una profondità ancor maggiore suggeriscono che il sito si trovasse al di fuori delle mura di Gerusalemme all’epoca della Passione di Cristo, visto che nessun cava di pietra sarebbe stata situata all’interno di una città.

Gli esperti sono anche riusciti a stabilire dagli strati di sedimenti che il terreno su cui è stato costruito il Santo Sepolcro era una volta molto più elevato. Questo conferma anche ciò che sappiamo sulle pratiche di esecuzione dei Romani, ovvero il fatto che sceglievano un luogo elevato perché l’esecuzione fosse un esempio per tutta la città.

Serr e Vieweger concludono che il sito più probabile per il Golgota sia davvero la chiesa del Santo Sepolcro, che suggerisce anche l’autenticità della tomba di Gesù, visto che è adiacente alla chiesa, come nei Vangeli si dice che fosse adiacente al Golgota.

Queste scoperte danno credito non solo ai milioni di pellegrini che hanno visitato e visitano la chiesa del Santo Sepolcro, ma anche a Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino il Grande, ritenuta colei che ha individuato il luogo della crocifissione nonché la Vera Croce. È stato alla luce di questa scoperta che Costantino ha ordinato la costruzione della chiesa del Santo Sepolcro.

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