di padre Enrique Granados
Essere ricchi non è un problema in sé. Il problema è l’atteggiamento con cui affrontiamo questa realtà, quello che ne facciamo. Una persona, quindi, non si condanna o si salva per il fatto di essere ricca o povera, ma per il fatto di amare Dio e il prossimo, come Gesù ci ha insegnato nel Vangelo.
Il criterio chiave per l’uso delle ricchezze sarà la carità, intesa come virtù, perché Gesù stesso ci ha detto che alla fine dei nostri giorni saremo valutati per questo. È interessante che Gesù parli direttamente di questo tema con molta chiarezza, proprio dopo l’episodio dell’incontro che ha con il giovane ricco.
Questi non è disposto a seguire quello che gli chiede Gesù, ed è allora che il Maestro dice: “In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli” (Mt 19, 23-24).
1. La chiarezza con cui Gesù parla di questo tema
Con quanta chiarezza, forza e forse dolore parla Gesù dopo questo incontro che deve averlo lasciato molto triste di fronte al rifiuto di questo giovane a vivere qualcosa di grande per il fatto di essere schiavo dei suoi beni materiali.
E questo lo dice non perché le ricchezze siano negative in sé, ma perché se non sono ben orientate, se non sono accompagnate da uno sguardo profondo e soprannaturale della vita, la cosa più probabile è che finiscano per trascinare la persona in uno stile di vita che mette a rischio la felicità qui sulla terra e la vita eterna che aspetta tutti noi.
L’affermazione di Gesù ci esorta ad approfondire i pericoli a cui siamo esposti di fronte alle ricchezze, perché è in gioco la nostra vita.
2. Essere ricchi non è un male; è questo l’esempio che ci dà Gesù
Iniziamo guardando l’esempio di Gesù, che con tutta la sua ricchezza si è fatto povero per arricchirci. Egli, Signore dell’Universo, il Figlio di Dio, si è fatto servo di tutti, si è fatto semplice e umile per insegnarci come vivere il cammino della felicità autentica.
“Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi” (Gv 13, 14). Egli insegna quindi che l’uomo ricco ha una grande responsabilità nei confronti degli altri: quella di vivere una vita di gratitudine che si manifesti in un amore generoso a partire dalla ricchezza materiale che ha e che Dio ha permesso che abbia.
Potremmo parlare anche della ricchezza spirituale, ma ci concentreremo sulla ricchezza materiale. Per questo ricordiamo quello che dice Gesù:
“Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. (…) Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato” (Mt 25, 31-44).