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Beatrice Bocci: è stato un grande dono vivere 3 anni di castità con Alessandro

BEATRICE BOCCI, ALESSSANDRO GRECO

Rita Sberna | Youtube

Annalisa Teggi - pubblicato il 14/11/19

Ospite insieme al marito a Storie italiane, la bellissima ex Miss ha condiviso l'entusiasmo per il paradosso cristiano vissuto nel suo matrimonio: si conosce un'intimità profondissima grazie alla castità.

Non è facile parlarne, ammette la conduttrice Eleonora Daniele. Cosa dobbiamo aspettarci? Allontaniamo dallo schermo chi si impressiona facilmente? Cambiamo canale se siamo deboli di cuore? In effetti nel programma Storie italianeè andata in onda una puntata molto scabrosa, dedicata alla castità. L’ironia lascia il passo alla valutazione realistica dei fatti: in effetti si può parlare di tutto e ovunque, fuorché di cose così assurde da non essere sfrenate, impulsive, violente, oscene.


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In altri salotti della TV si ospitano confessioni pruriginose di ogni tipo, pure un passo oltre la cosiddetta spazzatura mediatica, eppure non destano tanto livore quanto la scelta di intervistare una coppia di sposi che, scoprendo la fede, ha scoperto anche la bellezza della castità. Chiediamoci perché. Ospiti di Eleonora Daniele sono stati, appunto, Beatrice Bocci e suo marito Alessandro Greco, insieme ad altre persone come Daniela Rosati che hanno voluto condividere l’entusiasmo per una scelta così strana. Nei commenti al video della puntata in questione si leggono uscite astiose, sintomo evidente di un pungolo che ha toccato nel vivo le carni fragili del homo contemporaneus; ecco il più significativo:

Qual è il reparto psichiatrico più corretto per questa gente fuori dal mondo e fuori di testa?

Che, poi, fuori dal mondo è proprio giusta come espressione, dal punto di vista della prospettiva visiva. Quando mai si può mettere a fuoco un paesaggio standoci dentro? Occorre fare un passo indietro. E la castità è proprio, innanzitutto, uno sguardo comprensivo che, di necessità, può esserci solo allontanandosi. Felici, i paradossi cristiani. La testimonianza della coppia Bocci e Greco ha tentato di mostrare a un mondo analfabeta di affetto, e prolisso di kamasutra, l’A B C dell’esperienza matrimoniale cristiana. Attorno a loro altri ospiti basiti, quasi preoccupati solo di arrivare in fondo alla storia per sapere: “Ma poi, dopo essere rimasti casti, l’avete fatto?”.

Fuori dal mondo, dentro a tutto

Sono personaggi televisivi, ma non così invadenti. Lei, donna bellissima arrivata a un soffio dal titolo di Miss Italia, e lui rimasto scolpito nella memoria come conduttore di Furore. La storia d’amore tra Beatrice Bocci e Alessandro Greco è conosciuta: si sono potuti sposare in chiesa dopo aver atteso per 10 anni l’annullamento del precedente matrimonio di lei. Nel frattempo hanno avuto due figli e si sono sposati civilmente. Non stiamo parlando della classica coppia cristiana disegnata a tavolino sui fondamenti del catechismo. Stiamo parlando di un uomo e una donna come tanti, che a tentoni desiderano trovare un amore autentico e possono inciampare, cadere, smarrirsi, riprovare.


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Quando si sono trovati, dopo aver entrambi avuto percorsi sentimentali accidentati, Beatrice e Alessandro hanno capito che il loro rapporto meritava il sigillo del per sempre, desideravano entrambi che la loro fosse una casa sulla roccia su cui fondare una felicità non passeggera. È stato questo desiderio a rendere le antenne predisposte ad accogliere la risposta più adeguata alle loro attese: l’incontro con Gesù.

Questo è stato uno dei passaggi più ostici dell’intervista fatta da Eleonora Daniele. A fronte dell’ipotesi che la castità sia una scelta delle persone, non è stato facile far passare il messaggio che il centro del discorso è altro. Beatrice, però, lo ha spiegato con grande chiarezza:

La mia scelta non è stata nei confronti di Alessandro, è nata dall’incontro con Gesù. Dentro l’incontro con Gesù è arrivato questo desiderio di mettere Gesù al centro della nostra vita, e quindi i sacramenti: la confessione, la comunione. Da lì è iniziato anche il nostro percorso nella castità.

I due convivevano, erano già diventati madre e padre, si erano sposati civilmente. Castità non ha significato provare qualcosa di nuovo per vivacizzare il rapporto di coppia. Piuttosto è entrata nelle loro vite la voce in grado di ricapitolare, cambiare e raddrizzare tutta la prospettiva sulle cose. L’incontro trascinante con Gesù invita a condurre a unità ogni esperienza, è quel passo indietro – fuori dal mondo – che permette di tenere unito ogni frammento di cuore, dal lavoro ai sentimenti, dalle passioni alle prove. E come ci insegna la regola della rincorsa, al passo fatto indietro corrisponde un tuffo più entusiasta dentro tutto.

Una sera in un albergo a Medjugorie, racconta Alessandro Greco, i due decidono di rimanere casti fino a quando la Sacra Rota non dichiarerà nullo il primo matrimonio di Beatrice. Passano tre anni, definiti da entrambi un dono. È sempre Beatrice a trovare le parole semplici e giuste per dirlo:

Si conosce un’intimità profondissima in questo percorso che abbiamo fatto nella castità, che ti dà una conoscenza dell’altro straordinaria.
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Una vita matrimoniale ricca

Facilmente si associa la castità all’area semantica dell’astinenza, cioè a tutte le cose – tendenzialmente sgradevoli – tipiche della privazione. A livello superficiale, anzi astratto, la castità è la mancanza di sesso, da cui si deduce tutta una serie di altre mancanze (allegria, passione, eccetera). Gli ospiti del salotto di Eleonora Daniele ascoltano Beatrice e Alessandro come fossero alieni, li chiamano proprio così. E se volete un assaggio del generale analfabetismo affettivo che dilaga, divertitevi a leggere tutti i commenti che sono piovuti su di loro nei social: scoprirete quanto dà fastidio dire ad alta voce che non di solo sesso istintivo e occasionale vive l’uomo.


TEEN, BOY, GIRL

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Ma capisco bene che a molti possa suonare davvero troppo incomprensibile ciò che sottolinea Alessandro Greco, che la castità è un dono. Questo significa catapultarsi nell’avventura di scoprire una ricchezza lì dove credevi ci fosse la desolazione di un luna park abbandonato. E quando nello studio Rai interviene Suor Miriam, a replicare alle solite obiezioni che sanno tirare fuori dal cassetto l’abusato ritornello sugli istinti corporei che sono sempre naturali, lo spettatore ha davvero l’impressione di essere catapultato sulle montagne russe. Alla suora spetta la battuta più sovversiva possibile:

Senza la forza della castità non c’è una vita matrimoniale ricca.

Tutt’altro che privazione e mancanza. La castità è l’ipotesi che il luna park non basta, che il saliscendi delle giostre stordisce ma non arrichisce. Se resti nel recinto del puro stordimento ti stai perdendo qualcosa, molto. Fai un passo indietro e prendi la ricorsa per tuffarti davvero al centro di ciò che vuoi, una felicità intera! E le parole possono fermarsi solo sulla soglia di un invito, che ha il timbro di voce di è stato cambiato dalla paradossale proposta cristiana … quella che, lungi dal sottrarre gioie e godimenti all’uomo, ha promesso il centuplo quaggiù.

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