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La trappola che Satana mette in piedi quando cerchiamo di trovare la volontà di Dio

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Nicholas Senz - pubblicato il 18/09/19

San Francesco di Sales offriva dei consigli semplici e diretti: essere quello che siamo, e fare del nostro meglio per onorarLo

Nei suoi scritti, uno dei grandi santi e maestri di spiritualità della tradizione cattolica, San Francesco di Sales, ha affrontato la questione della specificità della volontà di Dio, e le sue parole sono sia profondamente spirituali che eminentemente pratiche. In un passo, il santo mette in guardia sul fatto che una preoccupazione eccessiva per la volontà di Dio su questioni di poco conto può essere una fonte di tentazione.

Nella persona che ha un forte desiderio di fare sempre la volontà di Dio, scrive, quel desiderio può essere distorto dal demonio, che seminerà paura, dubbio e ansia sul fatto che “sia volontà di Dio che si faccia una cosa piuttosto che un’altra”.

In questo modo, le persone vengono paralizzate dall’indecisione “e perdono molto tempo, e mentre si preoccupano e si fanno prendere dall’ansia di discernere ciò che è meglio, perdono inutilmente l’occasione di fare molte cose buone, facendo le quali si renderebbe ben più gloria a Dio che nel distinguere il bene dal male che ha monopolizzato tutto il loro tempo”.

San Francesco avverte della necessità di impegnarsi nella preghiera e nel discernimento solo per le decisioni più importanti che influiscono seriamente sul corso della nostra vita:

“La scelta di una vocazione, la pianificazione di qualche questione dalle conseguenze importanti, di qualche lavoro che richiede molto tempo, di qualche spesa ingente, cambiare casa, cambiare compagnia e cose del genere. Dovremmo prendere seriamente in considerazione ciò che è più conforme alla volontà di Dio. Nelle piccole questioni quotidiane, in cui un errore non ha grandi conseguenze né è irreparabile, che bisogno c’è di farne un problema, di sviscerarle o di chiedere consiglio in modo importuno su di loro?”

“Se è difficile, dev’essere volontà di Dio…”

Questo ci porta a un altro tipo di lotta nel discernimento. Quando si tratta di scegliere tra alcune opzioni, di grande o piccola portata, alcuni di noi tendono a pensare che la cosa più difficile debba essere quello che Dio vuole per noi. Se questo è difficile per me e non voglio farlo, dev’essere qualcosa che mi purificherà, e quindi lo devo perseguire con vigore. Dopo tutto, devo prendere ogni giorno la mia croce…

Se dobbiamo essere realistici sul fatto che il sacrificio fa parte della vita e sul fatto che dovremmo cercare il beneficio spirituale per noi e per gli altri offrendo le nostre difficoltà, molti santi dicono di non cercare la lotta in modo superfluo. Possiamo invece riconoscere che Dio usa i nostri stessi desideri per manifestare la sua volontà, e che ciò che ci sembra più attraente è di fatto quello che Egli desidera per noi.

San Francesco di Sales ci offre la sua saggezza: “Non amate nulla in modo troppo appassionato, vi prego, neanche la virtù, che a volte si porta troppo avanti superando i limiti della moderazione. Non so se mi capite, ma penso di sì; sto parlando dei vostri desideri e del vostro zelo più ardenti”.

Potrebbe sembrarci strano: come si può amare troppo la virtù? La risposta è nella domanda stessa. La virtù è la via di mezzo tra gli estremi – “troppo” di qualcosa non è virtuoso per definizione!

A volte anche i nostri desideri positivi possono diventare per noi strumenti di tentazione. Possiamo avere una passione per la virtù e la santità, possiamo ardere dalla voglia di diventare santi, ma nascondersi in quella passione può essere sintomo di orgoglio nascosto, del desiderio non di fare ciò che Dio vuole, ma che Dio voglia per noi tutto ciò che pensiamo ci renda importanti, per poter essere ammirati per la strada difficile che abbiamo intrapreso.

In questo modo di pensare dimentichiamo che siamo tutti chiamati alla santità, e che i santi possono essere tra le madri e i padri come i sacerdoti e le suore.

Come scrive San Francesco, “non è speciale proprietà delle rose essere bianche. Quelle rosa o rosse sono più dolci e più belle. Il bianco è la proprietà speciale del giglio. E allora dobbiamo essere quello che siamo, e fare del nostro meglio per onorare Colui di cui siamo creature”.

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