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Spiritualità
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Vuoi migliorare nella preghiera? migliora la qualità delle tue relazioni!

two pairs of hand

By Jenny Stur/Shutterstock

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 14/08/19

Quando una richiesta nasce dalla preghiera di due o tre persone che si vogliono davvero bene, Cristo accorda sempre ciò che si domanda. Il cielo obbedisce alla logica dell’amore perché Dio è Amore. Più il bene è autentico più la nostra preghiera è efficace!

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro». (Matteo 18,15-20)

Oggi il Vangelo ci fornisce il vademecum della carità, perché ci dice con che gradualità bisogna recuperare chi sbaglia. I passi sono almeno tre: “Se il tuo fratello commette una colpa, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all’assemblea; e se non ascolterà neanche l’assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano”. Solitamente invece quando ci accorgiamo che qualcuno sbaglia, l’ultimo a saperlo è proprio chi ha sbagliato perché la tentazione di raccontare agli altri, di metterlo in piazza, di consegnarlo al giudizio di tutti è sempre molto forte. La carità vuole invece che il primo passo è affrontare viso a viso le persone, personalmente, con una discrezione immensa. E solo se questo fallisce aggiungere con molta umiltà l’aiuto di qualcun altro. E se ancora persiste allora chiamare le cose per nome ad alta voce, e solo allora se ancora non è cambiato nulla si ha il diritto di prenderne distanza. Ma è una distanza che nasce dalla sofferenza e non dall’indifferenza, e se si crea occasione per colmarla noi dobbiamo sempre essere i primi a fare il primo passo. Altrimenti da cosa si dovrebbe evincere che noi siamo cristiani? “In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. È così grande la potenza di una fraternità che la sua efficacia può essere messa alla prova con la preghiera. Quando una richiesta nasce dalla preghiera di due o tre persone che si vogliono davvero bene, Cristo accorda sempre ciò che si domanda perché il cielo obbedisce sempre alla logica dell’amore perché Dio è Amore. Per questo per migliorare la nostra preghiera forse dovremmo migliorare la qualità delle nostre relazioni. Più il bene è autentico più la nostra preghiera è efficace.
Matteo 18,15-20
#dalvangelodioggi

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA DON LUIGI MARIA EPICOCO

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